E' stata fissata per il prossimo 11 maggio la prima udienza del processo per l'incidente al Rally Legend 2016 che provocò la morte del 57enne di Asti Enrico Anselmino e il ferimento di sua moglie, suo figlio - disabile in carrozzina - e altre sei persone.
Secondo l'inquirente la responsabilità del grave incidente al Rally Legend del 9 ottobre 2016 è di chi, a vario titolo, avrebbe dovuto garantire la sicurezza della postazione 59, al bivio tra Via Piana e Via Giacomini. In quel punto – nella via di fuga in curva, al termine del rettilineo – il pubblico non ci doveva stare e tutta la zona avrebbe dovuto essere interdetta con l'apposizione di una bandella rossa. Al contrario, era stata collocata una bandella verde a segnalare la possibilità per il pubblico di sostare, in difformità al piano di sicurezza. In sostanza le bandelle sono state invertite in fase di allestimento e nessuno ha in seguito controllato per poter rimediare all'errore. Nessuna colpa, secondo l'inquirente, per Enrico Bonaso, nonostante le dichiarazioni che nell'immediato rilasciò il direttore di gara Fabrizio Fondacci che parlò di errore del pilota. Bonaso comparirà nel processo solo come testimone. Otto gli imputati. Sono i tre commissari di percorso, l'allestitore della prova speciale e i quattro membri delle due vetture di sicurezza. L'inquirente li accusa di imperizia, imprudenza, negligenza, inosservanza del Codice Sportivo Internazionale. Dovranno rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni colpose, concorso formale di reati, compartecipazione e cooperazione.
l.s.
Secondo l'inquirente la responsabilità del grave incidente al Rally Legend del 9 ottobre 2016 è di chi, a vario titolo, avrebbe dovuto garantire la sicurezza della postazione 59, al bivio tra Via Piana e Via Giacomini. In quel punto – nella via di fuga in curva, al termine del rettilineo – il pubblico non ci doveva stare e tutta la zona avrebbe dovuto essere interdetta con l'apposizione di una bandella rossa. Al contrario, era stata collocata una bandella verde a segnalare la possibilità per il pubblico di sostare, in difformità al piano di sicurezza. In sostanza le bandelle sono state invertite in fase di allestimento e nessuno ha in seguito controllato per poter rimediare all'errore. Nessuna colpa, secondo l'inquirente, per Enrico Bonaso, nonostante le dichiarazioni che nell'immediato rilasciò il direttore di gara Fabrizio Fondacci che parlò di errore del pilota. Bonaso comparirà nel processo solo come testimone. Otto gli imputati. Sono i tre commissari di percorso, l'allestitore della prova speciale e i quattro membri delle due vetture di sicurezza. L'inquirente li accusa di imperizia, imprudenza, negligenza, inosservanza del Codice Sportivo Internazionale. Dovranno rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni colpose, concorso formale di reati, compartecipazione e cooperazione.
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