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Non fu ingiuria: il Segretario Ciavatta assolto in appello

L'allora consigliere Spadoni dissentì dai "fatti di Carisp". Il Segretario "sono felice, dopo più di 3 anni ogni accusa è stata dichiarata infondata"

10 gen 2022
Immagine di repertorio

Il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta, condannato per ingiuria nel febbraio scorso nei confronti dell'allora consigliere Stefano Spadoni, è stato assolto in appello dal giudice Francesco Caprioli perché il fatto “non costituisce reato”. Spadoni dissentì in un post dal famoso gesto ribattezzato dalla stampa “blitz in Carisp”: era il maggio del 2018 e l'attuale Segretario, allora consigliere di Rete, si recò insieme ad Emanuele Santi in Cassa, mentre era in corso il Cda una volta venuti a conoscenza delle voci circa il riconoscimento della tutela legale da parte di Carisp al membro Andrea Rosa, per querelare Elena Tonnini. La parte civile sottolineò in udienza comportamenti ed azioni violenti ma il commissario della Legge Battaglino assolse entrambi per violenza privata e per istigazione a delinquere, di cui doveva rispondere il solo Ciavatta, per un post su facebook. Dei fatti in Carisp o ad esse collegati rimase in piedi - fino all'assoluzione di oggi - solo la condanna per ingiuria, una multa di 500 euro. La risposta di Ciavatta "aveva solo volontà di offendere" disse il Procuratore del Fisco in udienza. Ma per il giudice Caprioli, il fatto non costituisce reato.
"Sono felice che finalmente dopo più di 3 anni ogni accusa che mi era stata rivolta, sia per Cassa sia per ingiuria a Spadoni - commenta il Segretario Ciavatta - è stata dichiarata infondata e io sono stato assolto con formula piena. Con questo non credo certo che gli attacchi tendenti ad infangarmi terminino. Da qualche anno certa politica sa agire la sua azione solo in questo modo. Non cambierà".




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