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San Marino: da alcuni mesi vaga un cane abbandonato. Non è pericoloso, dice Apas, recupero spetta a servizi Cinofilo e Veterinario

22 gen 2018
il cane vagante (@Apas)
il cane vagante (@Apas)
Da circa due mesi vaga a San Marino un cane meticcio lupoide, mantello frangiato di colore nero focato, cosa che ha creato preoccupazione nei residenti riguardo alla condizione randagia dell’animale, per questo l’Associazione Sammarinese Protezione Animali precisa che il recupero dei cani vaganti o randagi è competenza del Servizio cinofilo e del Servizio Veterinario di Stato, il quale informato della situazione, sta adoperandosi per il recuperare il cane.
L’intervento dei volontari dell’APAS riguardo ai cani vaganti è di supporto a questi servizi qualora sia necessario, per assicurare agli animali in difficoltà aiuto immediato. Il cane vagante in questione - scrive Apas - probabilmente abbandonato da un padrone senza scrupoli e incurante del fatto di compiere un reato, rappresenta un caso comportamentale singolare, che sfugge alla comune prassi di controllo, cioè l’accalappiamento con conseguente trasferimento al canile. La somministrazione di narcotico utilizzata in diversi casi, in tale specifica circostanza non risulta fattibile, proprio perché il cane non si lascia avvicinare, quindi è impossibile poterlo colpire in sicurezza. “Le braccate” messe in atto da alcuni cittadini con l’intento di risolvere la situazione non hanno fatto altro che aumentarne la diffidenza.
Neppure la collocazione di gabbie-trappola poste dai volontari dell’APAS nei luoghi da esso frequentati ha funzionato. Il cane per nulla attirato dal cibo all’interno, che trova invece abbondante lungo i percorsi abituali, grazie alla catena di solidarietà dei residenti, ignora volutamente questi aggeggi di cattura. Alcuni volontari residenti in zona, che collaborano strettamente con i volontari dell’APAS, hanno ricevuto istruzioni sul recupero “dolce” dell’animale, concordate col Servizio Veterinario stesso e operano sul campo secondo le indicazioni ricevute.
Desiderio da tutti condiviso è recuperarlo in sicurezza ribadendo che non pericoloso e con grande capacità di gestirsi e proteggersi.

Ecco cosa non fare:
tentare di braccarlo o inseguirlo, o di avvicinarlo per dargli cibo dalla mano. Il gesto di allungare la mano può essere inteso come gesto di cattura;
lanciargli addosso reti, coperte o altri aggeggi per immobilizzarlo;
tentare di catturarlo con strumenti di accalappiamento come lacci o corde a cappio.
Cosa fare invece per indurre fiducia nel cane:
ignorarlo qualora lo si avvisti in passeggiata col proprio cane o da soli. Se si ha cibo con sé, si può lasciarlo a terra, senza offrirglielo, in modo che il cane lo possa consumare indisturbato. Ripetere l’operazione il giorno dopo, in modo da creare nel cane una specie di abitudine che potrebbe, continuando l’approccio, dare luogo a un rapporto di fiducia e portare il cane ad avvicinarsi spontaneamente;
se si abita in zone che il cane frequenta, collocare nel garage o in giardino, o in altro spazio accessibile, acqua e cibo, in modo che egli sappia che lì è al sicuro, e nessuno vuole fargli del male;
cercare di guadagnare la sua fiducia con comportamenti passivi, in modo che coi dovuti tempi il cane acquisti fiducia in qualche persona, per poi essere avvicinato con cutela e finalmente recuperato.

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