Le Procure di Bologna e Napoli hanno lavorato anni per mettere al loro posto tutti i tasselli del grande puzzle sui collegamenti tra i clan dei Casalesi e degli Acerrani con San Marino e l'Emilia Romagna. L'Operazione Titano richiama in causa nomi ormai noti emersi in tutte le precedenti indagini: 5 gli arresti nel riminese, tra i 24 che la Dda di Napoli ha indicato come facenti parte dell'associazione per delinquere dedita al riciclaggio, anche grazie a San Marino. Riecco dunque Francesco Vallefuoco, stavolta catturato vicino Napoli, Carmine Schiavone, figlio di Francesco detto Sandokan, Salvatore e Sigismondo Di Puorto, quest'ultimo ritenuto la sponda dell'ex primula rossa Antonio Iovine, e Francesco Agostinelli, già in carcere e che oltre un anno fa tentò di acquistare Banca commerciale sammarinese. Dentro anche Roberto Pierucci, di Fossombrone: lavorava alla Toro Assicurazioni di San Marino, per l'accusa monetizzava titoli che gli arrivavano da Vallefuoco e da Di Puorto, per mezzo di Agostinelli, così da consegnare ai referenti dei clan il corrispettivo in contanti. Gli ingenti capitali di provenienza illecita venivano reinvestiti nella Fincapital: risultano dunque indagati per riciclaggio, con l'aggravante del metodo mafioso, Livio Bacciocchi, Roberto Zavoli e Oriano Zonzini. Per l'accusa avrebbero reimpiegato almeno 5 milioni, ma restituiti solo in parte ai clan, mediante la cessione di un aliud pro alio, ossia “qualcosa in cambio di qualcos'altro”. Nella fattispecie, una Ferrari Scaglietti, da 300mila euro, e 5 unità abitative a due passi da San Marino, del valore unitario di 500mila euro, riconducibili a Zavoli. Gli Schiavone, oltre che a San Marino, investivano anche a Fano, Pesaro, Riccione, Rimini. Agostinelli risponde anche di associazione finalizzata allo spaccio: la droga arrivava dall'Albania. Con lui lavoravano Francesco Sinatra e Mario Iavarazzo, quest'ultimo già coinvolto in Vulcano 1 ma assolto dal Gup di Bologna lo scorso 1 marzo proprio insieme a Livio Bacciocchi. Nel sodalizio di Agostinelli emerge anche Guido Montebelli, arrestato, che aveva messo a disposizione il bar riccionese “Tintarella di luna Cafè” per custodire la droga e per spacciarla a sua volta. L'operazione Titano è stata l'ultima per il Procuratore aggiunto di Napoli Federico Cafiero de Raho: ora l'attende la Procura di Reggio Calabria.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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