Il giudice Gilberto Felici, giudice assegnatario del nuovo processo in cui Claudio Podeschi, Biljana Baruca e Paul Phua, sono imputati a vario titolo per corruzione e riciclaggio, ha presentato domanda di astensione. La difesa dell'ex segretario di stato ritiene sia la conferma che si faccia un nuovo processo per gli stessi fatti del “Conto Mazzini”.
Nelle motivazioni della domanda di astensione il Giudice Felici segnala che “il passaggio di denaro indicato nel nuovo decreto di citazione è già stato oggetto di un giudizio svolto e di una decisione pronunciata. L'aver giudicato, con relativa condanna, la stessa azione materiale che oggi viene contestata come integrante un diverso titolo di reato, potrebbe compromettere – afferma il Giudice - l'apparenza di terzietà che deve sempre contraddistinguere la posizione e l'operato del giudice”. Quando Felici parla di stessa azione materiale si riferisce alla presunta tangente da 1.251.000 euro che Paul Phua trasferì alla Clabi – società di Claudio Podeschi e Biljana Baruca – attraverso la Black Sea Pearl.
La domanda di astensione dovrà ora essere valutata dal Giudice dei Rimedi Straordinari.
Il difensore di Claudio Podeschi, l'avvocato Massimiliano Annetta apprezza la correttezza del giudice Felici “sebbene - dichiara il legale - si tratti di un atto dovuto. Quando emerse questa nuova contestazione , mentre era già aperto il procedimento “Conto Mazzini”, avevamo già detto, come oggi riconosce il Giudice Felici , che si tratta degli stessi fatti materiali ed anche che tra loro sono incompatibili. Aspettiamo con ansia di poterci confrontare in sede processuale con questa nuova imputazione che mette nel nulla quella precedente”. L'avvocato Annetta, avvocato del foro di Firenze, conclude citando la celeberrima frase del suo conterraneo Gino Bartali: “E' tutto sbagliato, è tutto da rifare”. Scontata dunque nel nuovo processo l'eccezione di “ne bis in idem”.
l.s.
Nelle motivazioni della domanda di astensione il Giudice Felici segnala che “il passaggio di denaro indicato nel nuovo decreto di citazione è già stato oggetto di un giudizio svolto e di una decisione pronunciata. L'aver giudicato, con relativa condanna, la stessa azione materiale che oggi viene contestata come integrante un diverso titolo di reato, potrebbe compromettere – afferma il Giudice - l'apparenza di terzietà che deve sempre contraddistinguere la posizione e l'operato del giudice”. Quando Felici parla di stessa azione materiale si riferisce alla presunta tangente da 1.251.000 euro che Paul Phua trasferì alla Clabi – società di Claudio Podeschi e Biljana Baruca – attraverso la Black Sea Pearl.
La domanda di astensione dovrà ora essere valutata dal Giudice dei Rimedi Straordinari.
Il difensore di Claudio Podeschi, l'avvocato Massimiliano Annetta apprezza la correttezza del giudice Felici “sebbene - dichiara il legale - si tratti di un atto dovuto. Quando emerse questa nuova contestazione , mentre era già aperto il procedimento “Conto Mazzini”, avevamo già detto, come oggi riconosce il Giudice Felici , che si tratta degli stessi fatti materiali ed anche che tra loro sono incompatibili. Aspettiamo con ansia di poterci confrontare in sede processuale con questa nuova imputazione che mette nel nulla quella precedente”. L'avvocato Annetta, avvocato del foro di Firenze, conclude citando la celeberrima frase del suo conterraneo Gino Bartali: “E' tutto sbagliato, è tutto da rifare”. Scontata dunque nel nuovo processo l'eccezione di “ne bis in idem”.
l.s.
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