C'è grande attesa per il processo sulle mazzette nei cantieri: domani è in programma l'ultima udienza ma le difese si presentano agguerrite.
Il processo è iniziato lo scorso settembre, quasi un anno di udienze dunque per arrivare al termine del procedimento nato dalle carte della commissione antimafia, che per prima aveva sottolineato come nei cantieri della Repubblica fosse in atto una pratica assai aberrante, ricavata dalle testimonianze raccolte: mazzette per eludere i controlli nell'edilizia. Dopo la relazione, la prima conseguenza era stata la sospensione dei due funzionari dell'ex servizio di igiene ambientale preposti al controllo nei cantieri, Paolo Berardi e Davide Mularoni, di lì a poco rinviati a giudizio insieme agli avvocati Livio Bacciocchi e Maurizio Proietti e agli imprenditori Laura Zanetti, Michel Burgagni e Marco Mini, quest'ultimo imputato ma anche testimone chiave. Nella penultima udienza il Procuratore del fisco ha presentato le sue richieste di condanna: 5 anni e 9 mesi sia per i due funzionari sia per Livio Bacciocchi, oltre all'interdizione dai pubblici uffici e dai diritti politici per 5 anni. Poi 4 anni e 3 mesi, e 4 anni di interdizione, anche per Michel Burgagni, Laura Zanetti e Maurizio Proietti. Due anni e 1 mese invece la richiesta per Mini, attenuata proprio perché gli è stata riconosciuta la confessione utile e spontanea. Il processo di lunedì 30 giugno doveva essere l'ultimo, con le arringhe difensive degli avvocati e, presumibilmente, la sentenza, ma è lecito attendersi qualche colpo di scena. Un'anteprima c'è già stata, con l'abbandono del mandato da parte di Chiara Taddei, che insieme al collega di Rimini Alessandro Petrillo si occupava di difendere Mularoni e Berardi. Motivi dell'abbandono per ora ignoti, li dirà, ha assicurato, proprio dopo l'udienza di lunedì. Insistenti voci di corridoio parlano di una istanza di ricusazione nei confronti del giudice decidente, commissario della legge Alberto Buriani. Per quali motivazioni, se ne saprà di più domani.
Il processo è iniziato lo scorso settembre, quasi un anno di udienze dunque per arrivare al termine del procedimento nato dalle carte della commissione antimafia, che per prima aveva sottolineato come nei cantieri della Repubblica fosse in atto una pratica assai aberrante, ricavata dalle testimonianze raccolte: mazzette per eludere i controlli nell'edilizia. Dopo la relazione, la prima conseguenza era stata la sospensione dei due funzionari dell'ex servizio di igiene ambientale preposti al controllo nei cantieri, Paolo Berardi e Davide Mularoni, di lì a poco rinviati a giudizio insieme agli avvocati Livio Bacciocchi e Maurizio Proietti e agli imprenditori Laura Zanetti, Michel Burgagni e Marco Mini, quest'ultimo imputato ma anche testimone chiave. Nella penultima udienza il Procuratore del fisco ha presentato le sue richieste di condanna: 5 anni e 9 mesi sia per i due funzionari sia per Livio Bacciocchi, oltre all'interdizione dai pubblici uffici e dai diritti politici per 5 anni. Poi 4 anni e 3 mesi, e 4 anni di interdizione, anche per Michel Burgagni, Laura Zanetti e Maurizio Proietti. Due anni e 1 mese invece la richiesta per Mini, attenuata proprio perché gli è stata riconosciuta la confessione utile e spontanea. Il processo di lunedì 30 giugno doveva essere l'ultimo, con le arringhe difensive degli avvocati e, presumibilmente, la sentenza, ma è lecito attendersi qualche colpo di scena. Un'anteprima c'è già stata, con l'abbandono del mandato da parte di Chiara Taddei, che insieme al collega di Rimini Alessandro Petrillo si occupava di difendere Mularoni e Berardi. Motivi dell'abbandono per ora ignoti, li dirà, ha assicurato, proprio dopo l'udienza di lunedì. Insistenti voci di corridoio parlano di una istanza di ricusazione nei confronti del giudice decidente, commissario della legge Alberto Buriani. Per quali motivazioni, se ne saprà di più domani.
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