L'ex Segretario di Stato agli Esteri ha lasciato il carcere in tarda mattinata, dopo la decisione dei magistrati che conducono le indagini sul conto Mazzini, di attenuare le misure cautelari, come chiedevano i legali di Stolfi. Da oggi, dunque, è nella sua abitazione, dove dovrà restare agli arresti domiciliari. Non si conoscono le motivazioni della decisione degli inquirenti, presa dopo gli ultimi due interrogatori dell'ex uomo forte del PSD. Colloqui nei quali avrebbe dimostrato la volontà di collaborare con la giustizia per fare chiarezza sul suo caso ma anche sulla complessa indagine. Stando alle indiscrezioni, Stolfi avrebbe ammesso, nei giorni scorsi, le sue responsabilità su voto di scambio e corruzione, rigettando invece altre accuse, come quelle che riguardano i rapporti con la malavita organizzata. Oggi, sempre stando alle indiscrezioni, avrebbe aggiunto qualche elemento in più e fornito indicazioni ritenute utili alla ricostruzione dei fatti. C'è chi sostiene che Stolfi si sarebbe tolto più di un sassolino e nelle sue rivelazioni potrebbe aver tirato in ballo altre persone, in qualche modo coinvolte nel sistema contestato dai magistrati. Avrebbe fatto qualche nome, sembra di esponenti delle istituzioni non ancora coinvolti nelle indagini, e questo avrebbe messo in apprensione diversi esponenti della politica, preoccupati del tono delle rivelazioni. Nessuna conferma o smentita dagli uffici del tribunale, ma nei prossimi giorni potremmo assistere ad ulteriori azioni giudiziarie destinate a fare scalpore. Intanto i legali rappresentanti di Stolfi fanno sapere di essere molto soddisfatti del provvedimento di scarcerazione: “Il giudice ha ritenuto – ci ha dichiarato l'avvocato Simone Menghini – che le esigenze cautelari si sono attenuate in maniera significativa”. Continuano le indagini della magistratura sammarinese che non ha ritenuto di modificare nulla negli addebiti mossi all'uomo politico.
VA
VA
Riproduzione riservata ©