Schede sim attivate a nome di clienti ignari e utilizzate da altri, per non poter essere intercettati. Sulla base di questa ipotesi è stato perquisito dalla polizia giudiziaria di San Marino, su richiesta dell'autorità giudiziaria italiana il “Punto Spy” di Dogana, un negozio che da anni vende a clienti italiani e esteri strumenti dedicati alla rilevazione di congegni per l'intercettazione, microcamere occultate, visori notturni e anche abbigliamento di vario tipo replicante i più famosi loghi delle forze armate di tutto il mondo. E anche sistemi per la localizzazione ed il tracciamento impiegabili su mezzi in movimento, persone o oggetti.
Per la Procura della Repubblica di Rimini - l'indagine è coordinata dal pm Davide Ercolani, e affidata alla squadra mobile di Rimini, del commissario capo Marco Masia -, vi sarebbero una serie di ipotesi di reato. Per cui sulla base della convenzione di buon vicinato e assistenza giudiziaria tra Italia e San Marino, il commissario della legge Roberto Battaglino, ha accolto la richiesta con rogatoria autorizzando la perquisizione nei locali dello store di Dogana.
Stando all'Ansa, sarebbero stati commessi reati come sostituzione di persona, trattamento illecito di dati personali, falso materiale, truffa, falso e ricettazione e cinque le persone indagate a vario titolo.
La pista principale sarebbe quella della sostituzione di persone sulle sim telefoniche. In pratica schede delle linee telefoniche dei cellulari venivano attivate con i nominativi di ignari clienti ma utilizzate da terze persone, così che le conversazioni o i messaggi su quell'utenze non sarebbero mai potuti essere intercettati. La perquisizione effettuata dalla polizia giudiziaria del Tribunale sammarinese che ha dato comunicazione all'avvocato difensore Filippo Cocco è stata effettuata la scorsa settimana e aveva come oggetto proprio il sequestro delle schede sim.