Schede sim per non essere intercettati, tra le quattro persone indagate dalla Procura di Rimini c'è anche il proprietario della SRL che gestisce il Punto Spy di Dogana, perquisito dalla polizia giudiziaria su richiesta della Procura di Rimini, nell'ambito dell'indagine coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani. Le ipotesi di reato per i quattro - lui risiede a San Marino, gli altri nel riminese - sarebbero diverse: sostituzione di persona, trattamento illecito dei dati personali, falso materiale, ricettazione e truffa.
Sulla base della convenzione di buon vicinato e assistenza giudiziaria tra Italia e San Marino il Commissario della legge Roberto Battaglino ha accolto la richiesta con rogatoria, autorizzando la perquisizione nei locali dello store di Dogana, che da vent'anni vende a clienti italiani e esteri strumenti dedicati alla rilevazione di congegni per l'intercettazione, localizzazione e tracciamento. Oggetto della indagine le schede telefoniche sim utilizzate per non essere intercettati, attivate a nome di ignari clienti, utilizzando fotocopie – procurate in maniera illecita - dei loro documenti, inserite in dispositivi di tracciamento GPS e vendute a clienti compiacenti, resi così irrintracciabili.
Finalità della perquisizione, che ha coinvolto oltre allo store anche l'abitazione e l'auto del 56enne, è stata anche accertare, con il sequestro di documentazione cartacea o digitale, i rapporti tra il gestore dello store ed i clienti, anche persone giuridiche. L'indagine, alla quale si affiancherà - come di solito accade - anche il filone sammarinese, è dunque destinata ad estendersi e non si escludono a breve ulteriori sviluppi.