L'Ordine degli avvocati e la Camera penale della provincia di Rimini oltre all'Associazione nazionale magistrati (sottosezione di Rimini) fanno sentire la loro voce sul caso del giudice per le indagini preliminari finito nell'occhio del ciclone al "Maurizio Costanzo Show", andato in onda ieri sera, dove tra gli ospiti c'era Gessica Notaro, la 28enne riminese sfregiata con l'acido dall'ex fidanzato Edson Tavares, in carcere a Forlì, la sera del 10 gennaio scorso. Da Costanzo è partito un duro attacco nei confronti del gip: in sostanza lo ha accusato di non aver adottato un'adeguata misura cautelare (Tavares era sottoposto al divieto di avvicinamento a Gessica) dopo la denuncia per stalking presentata dalla ragazza lo scorso anno. Esprimendo piena solidarietà a Gessica, l'avvocato Roberto Brancaleoni, presidente della Camera penale sottolinea che "non è accettabile la gogna mediatica alla quale si è assistito. Senza alcun approfondimento tecnico e senza contraddittorio, si è invocata la punizione di un giudice che ha esaminato gli atti in suo possesso e sulla base di questi ha ritenuto adeguata la misura cautelare adottata". Giovanna Ollà presidente dell'Ordine degli avvocati aggiunge: "Il principio di libertà e indipendenza della magistratura sono valori costituzionali e tutti i cittadini hanno diritto a un processo giusto davanti a un giudice libero e indipendente". Per l'Anm "si è assistito a una inaccettabile interferenza nella giurisdizione, operata, a procedimento ancora in corso, con il dileggio e l'offesa rivolti a un singolo giudice e con una ricostruzione dei fatti assolutamente parziale (la richiesta di misura era stata presentata al Gip ben prima dell'aggressione con l'acido e quando altri erano gli elementi a carico dell'indagato; inoltre, la misura non custodiale per oltre tre mesi non risultava essere stata mai violata e nessuna ulteriore segnalazione era sopravvenuta, nemmeno dalla persona offesa)". L'Associazione magistrati rileva inoltre come "si tratti di un attacco inaccettabile alla funzione giudiziaria e torna a stigmatizzare i processi 'mediatici', nemici delle garanzie dei colpevoli, degli innocenti e delle stesse vittime, auspicando che i mezzi di informazione svolgano il loro ruolo con una critica che sia rispettosa della verità dei fatti".
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