L'Isis ha rivendicato l'attentato suicida, avvenuto ieri sera in una festa di matrimonio ad Hassaka, nel nord-est del Paese, sotto il controllo in parte delle milizie curde e in parte delle forze governative. Il bilancio sarebbe salito ad almeno 31 morti, tra i quali 5 bambini, ed 80 feriti. Intanto continuano a deteriorarsi i già complicati rapporti tra Stati Uniti e Russia. Il Dipartimento di Stato americano ha sospeso i contatti bilaterali con Mosca, e la Casa Bianca minaccia nuove sanzioni. Ma la risposta del Cremlino è stata netta. “Washington – ha sottolineato la portavoce del ministero degli Esteri - non ha rispettato gli accordi sulla Siria e ora sta cercando di scaricare la colpa su qualcun altro”. “Senza il nostro coinvolgimento – ha aggiunto l'ambasciatore russo all'Onu, Vitaly Churkin - ora potrebbero esserci bandiere nere dell'Isis che sventolano sopra Damasco”. Nel frattempo il ministero della Difesa ha confermato l'arrivo in Siria dei sistemi antimissilistici e antiaerei S-300 precisando che il loro scopo è quello di difendere la base navale russa di Tartus.
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