Se la particolarità del processo sta nel fatto che a subire presunti atti persecutori sia stato un uomo, di vent'anni più giovane dell'imputata, dall'altra conferma che le conseguenze psicologiche di chi subisce o crede di subire stalking, sono le stesse. E così la parte lesa, un meccanico di 43 anni di origine vicentine con il sogno sogno di lavorare a San Marino, davanti al commissario della legge Saldarelli ha ricostruito con fatica e qualche contraddizione la vicenda, arrivando a negare la natura sentimentale di una relazione che il suo avvocato ha definito “tossica” finita con querela e divieto di avvicinamento.
I due si conobbero a fine 2017, durante il Rallylegend, lei si offrì di aiutarlo a risolvere la sua situazione debitoria con una banca e successivamente, tra il 2019 ed il 2020, a convivere nella sua abitazione di Gabicce, da dove ogni giorno lui raggiungeva un'officina di Dogana dove nel frattempo era stato assunto. I pedinamenti sarebbero iniziati tuttavia quasi subito, tanto che l'uomo - dopo meno di un anno - decise di rivolgersi ad un affittacamere a San Marino. Ma la situazione peggiorò, gli atti persecutori continuarono sia in Italia che a San Marino - secondo lo stentato racconto dell'uomo - appesantiti dalla richiesta di saldare economicamente gli aiuti del passato.
La donna doveva rispondere anche del fatto che sotto l'auto del meccanico, nel febbraio del 2021, spuntò un GPS. Per questo episodio la Procura Fiscale, che ha giudicato gli atti persecutori privi di prove sufficienti, ha chiesto 7 mesi. Il Commissario della Legge, invece, ha deciso di assolvere la donna da entrambi i capi di imputazione.