In una dichiarazione scritta Stefano Ercolani nega di aver esercitato minacce. “Sono certo – afferma Ercolani - di non avere fatto nulla di male, ma non voglio che venga scambiata la critica, che giudico legittima, con la minaccia verso i poteri del mio Stato”. “Ho chiesto ai miei avvocati – prosegue Ercolani - di impugnare il provvedimento perché di sicuro non ho mai né minacciato né rivolto attentato contro alcuno meno che meno il Segretario Celli, che mi piacerebbe facesse pubblicamente ascoltare i miei due messaggi affinché tutti possano capire che io chiedevo -fino quasi a supplicare- che non si compisse una ingiustizia”. Gli avvocati di Ercolani, Gian Nicola Berti e Filippo Cocco, ritengono che la contestazione mossa al loro assistito appaia “oggettivamente insussistente” e per questo impugneranno il provvedimento di sequestro “ non per impedire che siano visionate le cose sequestrate ma perché – scrivono - riteniamo che non sia fondata, in fatto e in diritto, l’ipotesi di attentato ai poteri dello Stato contestata ad Ercolani”. I due avvocati precisano che oggi il loro assistito ha anche spontaneamente fornito altri elementi.
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