Nei prossimi giorni all'ex mediatore culturale di una cooperativa indagato a Bologna per istigazione a delinquere, dopo un post su Facebook all'indomani degli stupri di Miramare di Rimini, sarà inviato un avviso di chiusura indagine, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Lo ha fatto mettere a verbale il procuratore aggiunto Valter Giovannini, nel corso dell'interrogatorio del giovane pachistano, interrotto quando questi ha chiesto un interprete. Lo straniero aveva ricevuto un invito a comparire dalla Procura, dopo l'avvio dell'indagine sulle frasi pubblicate ("Lo stupro è peggio solo all'inizio") che gli sono costate il licenziamento. L'indagato si è presentato davanti al procuratore aggiunto con due avvocati di fiducia ed è iniziata una fase preliminare dell'audizione, con le domande sulla generalità e sul suo arrivo in Italia, nel 2015. A quel punto gli è stato chiesto se comprendesse la lingua o se avesse bisogno di un'interprete: il pachistano ha risposto di non comprendere bene e di avere quindi la necessità di una traduzione. Il procuratore aggiunto, sorpreso dalla risposta, ha dato allora atto a verbale che l'uomo è in Italia da due anni e che per il lavoro svolto la conoscenza della lingua italiana è importante. Il pachistano ha insistito, chiedendo un interprete in lingua pashtun. Il Pm allora, dopo aver chiesto se l'indagato conoscesse l'inglese, gli ha fatto sapere che nei prossimi giorni gli sarà notificato l'avviso di chiusura indagine, tradotto in inglese e in pashtun. A quel punto lo straniero avrà 20 giorni per farsi sentire o inviare memorie, ma un eventuale interrogatorio potrebbe essere anche delegato alla polizia giudiziaria.
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