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Tribunale: al via due nuovi processi che vedono tra gli imputati l'ex direttore del CIS

Possibile una riunione dei procedimenti; fra le contestazioni – a vario titolo - riciclaggio ed amministrazione infedele. Al centro l'affidamento di consulenze ritenute fasulle dall'Accusa

15 feb 2024

Da tempo più nessuna traccia di Daniele Guidi. Una costante, però, il suo nome, nella cronaca giudiziaria. Questa mattina era virtualmente alla sbarra in due procedimenti. Nel primo insieme ad una coppia di coniugi del Titano. Alla base – stando agli inquirenti - pagamenti per prestazioni di procacciamento clienti fittizie; con relativo danno patrimoniale per il CIS. Da qui la costituzione parte civile della Società di gestione degli Attivi ex BNS. Senonché moglie e marito hanno presentato istanza di patteggiamento. In caso contrario - ha affermato il loro legale - le banche non li avrebbero fatti lavorare; ma restano “convinti della propria innocenza”. La richiesta, con l'ok della Procura del Fisco, è stata sottoposta al vaglio del Commissario della Legge Saldarelli, che ha applicato pene rispettivamente di 1 anno e 6 mesi e 1 anno e 4 mesi; con la condizionale.

A questo punto la Difesa Guidi ha sollevato eccezione di costituzionalità. Facendo presente come nell'ordinamento italiano, in queste situazioni, vi sia per il Giudice l'esigenza di astenersi, poiché la pronuncia di patteggiamento implica valutazioni – ha spiegato - che “lambiscono il merito”. A San Marino invece una previsione diversa; che ad avviso dell'Avvocato contrasterebbe con la Dichiarazione dei Diritti e le norme CEDU. Contrario il PF; Saldarelli si è riservato.

In precedenza aveva espresso l'intenzione di riunire questo procedimento a quello successivo: con contestazioni a vario titolo per amministrazione infedele, riciclaggio ed evasione fiscale.

Insieme all'ex direttore del CIS, nella lista imputati, Stefania Lazzari – sua moglie all'epoca –, e l'imprenditore milanese Andrea Tommasi. Peraltro tutti già citati dai media ai tempi dell'”affaire mascherine”. Questa vicenda risale invece al 2016. Al centro la vendita di un villaggio turistico in Tunisia, affinché la banca rientrasse di un credito. Senonché sarebbe stato versato ben mezzo milione di euro per una consulenza fasulla; e il cliente individuato avrebbe inoltre effettuato l'acquisto solo grazie ad un robusto affidamento dello stesso Credito Industriale Sammarinese. Questo, quantomeno, il teorema accusatorio.

SGA ha lamentato anche un danno reputazionale; incontrando però la decisa opposizione delle Difese, che giudicano inesistente il nesso causale. I legali di Lazzari hanno inoltre espresso contrarietà anche alla costituzione parte civile dell'Eccellentissima Camera. Prime schermaglie di un procedimento prevedibilmente lungo e complesso; prossima tappa il 24 aprile.





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