Avrebbero occultato, in Repubblica, oltre 670.000 euro; somma ritenuta frutto di reati quali truffa, appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta. Non erano presenti in aula, all'avvio del processo, Guido Mignanelli ed Antonio Marra, entrambi di Cassino.
Secondo gli inquirenti avrebbero distratto fondi da una società romana fallita nel 2013 – la “Consorzio di Garanzia, Società Cooperativa a responsabilità limitata" -, trasferendoli sul Titano, su rapporti bancari intestati ad una srl sammarinese dall'analoga ragione sociale, creata appositamente.
Titolari effettivi dei conti correnti sarebbero stati proprio Mignanelli e Marra, che avrebbero fatto leva sull'omonimia delle due società per allontanare eventuali sospetti; un “trucco” già visto. In apertura di udienza la notizia della richiesta di una serie di rinvii a giudizio – da parte della Procura di Roma – per i fatti che costituiscono il reato presupposto del procedimento sammarinese; tra i soggetti coinvolti figurerebbe anche Mignanelli. Poi l'escussione della testimonianza della curatrice fallimentare della società italiana. Prossima udienza il 21 novembre.
Si è subito chiuso, invece, con una sentenza di non luogo a procedere, per remissione di querela, il processo contro un 43enne sammarinese, accusato di lesioni colpose. I fatti nell'ottobre del 2017, presso la sede dell'AASS. L'uomo, probabilmente per fare uno scherzo, aveva afferrato e sollevato da terra un'addetta dell'Azienda, procurandole un trauma emicostale, con 15 giorni di prognosi.
Le parti, evidentemente, hanno trovato un accordo, e la denuncia è stata ritirata. Da qui la decisione del Commissario della Legge.