Un autentico esempio di ravvedimento operoso, la vicenda di un imprenditore di 56 anni di Fiorentino: a processo – questa mattina - per evasione fiscale, tramite l'utilizzo di fatture fase. Contestazione piuttosto comune; ciò che è invece fuori dall'ordinario, è il comportamento che tenne l'imputato, all'avvio delle indagini. E' emerso infatti come avesse confessato ogni addebito, ed interamente pagato le varie sanzioni. Ma non solo. L'imprenditore risarcì perfino il danno morale all'Eccellentissima Camera. “Mai vista” una cosa simile, ha ammesso il Procuratore del Fisco, che ha ricordato tuttavia come il 56enne fosse anche accusato di aver contraffatto un'attestazione apparentemente rilasciata dall'Ufficio Tributario. Grossolane, tuttavia, le modalità; fu utilizzata infatti una fotocopia; e questo escluderebbe il reato di falso materiale in atto pubblico. L'avvocato difensore, dal canto suo, ha parlato delle difficoltà, incontrate dal proprio assistito, a causa della crisi; di comportamenti a volte non consoni; ma l'intento – ha aggiunto – non è mai stato quello di evadere le tasse. Il Commissario della Legge ha infine riconosciuto la sussistenza delle attenuanti, e dichiarato l'estinzione del reato per intervenuta prescrizione.
Aggiornato a metà luglio, invece il processo, contro una 38enne ucraina, titolare di una srl di Dogana, da tempo fallita, accusata di avere emesso false fatture nei confronti di società estere con sede in Kazakhistan, per un importo complessivo di oltre 370.000 euro. Singolare, poi, il caso di un 30nne albanese residente a Rimini: finito nei guai, 2 anni fa, dopo essere stato notato dalla Guardia di Rocca, a Rovereta, mentre passava qualcosa ad un sammarinese a bordo di un'auto. I due cercarono di allontanarsi, ma il giovane straniero fu presto raggiunto, e nel suo marsupio vennero trovati poco meno di 2 grammi di polvere bianca e alcune banconote da 50 euro. Episodio di spaccio, per l'accusa; non proprio di questo avviso la Difesa, secondo la quale il ragazzo reperì la sostanza per entrambi, in quanto lo stesso albanese avrebbe saltuariamente fatto uso di cocaina. Ma il successivo test per rilevarne le tracce, nell'organismo, ha poi dato esito negativo. Uno dei pochi casi – ha osservato l'avvocato – in cui la mancanza di positività gioca contro l'imputato. Che è stato infine condannato a 2 anni e 1 mese di prigionia dal Giudice Buriani. Non accolta la richiesta di ammissione ad esperimento probatorio; concesso invece all'altro imputato, che ha assicurato di aver “cambiato vita”. Condannato a 9 mesi di prigionia, infine, con la sospensione condizionale della pena, un 24enne sammarinese accusato di aver introdotto in territorio 44 grammi di marijuana, anche per cederli ad altri.