“Tutto è iniziato grazie al nostro programma per verificare la recidività dei sinistri”. Così uno degli ufficiali della Polizia Civile, sentiti per fare chiarezza su 13 tamponamenti avvenuti dal 2007 al 2013. Sinistri simulati, secondo l'Accusa, e che avrebbero fruttato oltre 200.000 euro. Uno dei personaggi chiave della vicenda è il 49enne Leo Guidi, di Serravalle. “Incrociando i dati – ha detto con un pizzico di ironia, un membro della Polizia Civile – avevamo notato come la famiglia Guidi avesse la sfortuna di subire vari tamponamenti”. In genere – ha aggiunto – erano coinvolti vecchi veicoli, con danni lievi, che non giustificavano le conseguenze fisiche lamentate. La Polizia Civile, è stato poi ricordato, ha anche effettuato ricerche sui social network per ricostruire la presunta rete di amicizie e contiguità in questa vicenda. Il risultato sono 18 persone alla sbarra. L'avvocato di alcuni imputati, tuttavia - riferendosi ad uno dei sinistri considerati – ha prodotto una documentazione che escluderebbe l'intento fraudolento. Un punto che verrà nuovamente affrontato nella prossima udienza. Altra figura centrale del processo è Alessandro Righetti, considerato l'effettivo dominus della “LGR infortunistica” e del “Poliambulatorio Nettuno”: strutture tramite le quali avrebbe garantito l'operatività di questo presunto meccanismo fraudolento. “Non ho mai avuto il sospetto che Righetti organizzasse incidenti”: ha dichiarato la segretaria, all'epoca dei fatti, della LGR. Sentita – tra le altre - anche la testimonianza del medico legale che prestava servizio al Poliambulatorio Nettuno. Il professionista ha affermato di non “aver mai subito condizionamenti” da Alessandro Righetti. Prevista l'escussione di altri testi nella prossima udienza: fissata per il 29 marzo.
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