2 anni e 6 mesi di prigionia; 900 euro di multa. E' la pena decisa dal Giudice Battaglino per Stefano Maria Masucci. L'amministratore unico della DGZone srl di Serravalle – società operante nel campo del commercio dell'elettronica di consumo, in liquidazione volontaria dal 2014 -, era accusato di aver emesso diverse tipologie di fatture false, nonché di truffa allo Stato, poiché, attraverso il meccanismo del cosiddetto “rimborso”, avrebbe usufruito indebitamente di una somma di oltre 100.000 euro. Per questi motivi si era costituita parte civile, nel processo, l'Eccellentissima Camera.
Nel dispositivo del Commissario della Legge, allora, anche l'obbligo di risarcire il danno patrimoniale e non patrimoniale, da liquidare in sede civile. Nell'udienza conclusiva l'Avvocatura dello Stato, tra le altre cose, ha parlato di “gravi irregolarità finanziarie” della DGZone; con doppie fatturazioni, ed un “secondo conto corrente extra-contabile”, presso una banca in Repubblica. Il Procuratore del Fisco, nella requisitoria, si è chiesto come mai Masucci, “titolare di ditte in Italia”, operanti nel settore, avesse deciso di aprire una società a San Marino. In realtà – è stato detto – nella minuscola sede sul Titano non vi erano dipendenti, e non è stato trovato nulla, se non il portatile dello stesso amministratore. Il PF ha poi affermato come i clienti della DGZone fossero “tutti privati”; di conseguenza, Masucci, non avrebbe potuto chiedere il rimborso della monofase. Da qui, ha continuato, l'escamotage di far figurare una rivendita della “stessa merce, a chi gliela aveva fornita, con ricarichi esorbitanti”.
“L'Accusa – ha dichiarato dal canto suo il legale dell'imputato – si basa solo su illazioni”; “le operazioni sono effettivamente avvenute”. L'avvocato ha anche prodotto quello che ha definito un “questionario testimoniale”, inviato ad una società di Hong Kong - con la quale Masucci avrebbe avuto rapporti - e rispedito compilato. La Difesa, tra le altre cose, ha poi ribadito come fosse stato violato, in sede di verifica amministrativa, il diritto del suo assistito a non rendere dichiarazioni autoincriminanti. Ma tutto ciò, come si è visto, non ha convinto il Commissario della Legge, che in apertura aveva annunciato di aver respinto la questione di illegittimità costituzionale – relativa a 2 norme dell'ordinamento sammarinese - sollevata in precedenza dalla Difesa. Secondo l'Avvocato Campagna, infatti, alcuni articoli, pubblicati nella fase dibattimentale, avrebbero compromesso la salvaguardia dei principi della presunzione di innocenza, e del buon funzionamento della Giustizia. La questione sarebbe stata definita manifestamente infondata dal Giudice Battaglino. In giornata, infine, un nuovo rinvio del processo – per tentata estorsione aggravata - contro Francesco Vallefuoco, ed altri due imputati. La vicenda, sul Titano, fece scalpore; i 3, infatti, per fare pagare ai fratelli Lo Giudice la somma di 70.000 euro – acconto di un credito vantato da Fincapital – li avrebbero minacciati, e trattenuti in una stanza dell'ufficio di Dogana della finanziaria. Anche in questa occasione non è stato possibile effettuare l'audizione, in videoconferenza, di Vallefuoco: detenuto in un carcere oltreconfine. Se ne riparlerà in autunno. Sul processo, tuttavia, incombe il rischio della prescrizione.