Riciclaggio, in entrambi in casi. Ed in entrambi i casi come testimone è stato ascoltato Nicola Veronesi. Il direttore Aif nel processo che vede imputati, per un flusso di denaro che l’accusa ritiene frutto di corruzione e appalti truccati, Virginia Grimaldi e Vito Parisi , entrambi originari della provincia di Napoli, ha spiegato che lo spessore criminale di quest’ultimo può essere sfuggito agli alert di una tecnologia non evoluta come oggi. Il primo versamento infatti, su un conto della Cassa di Risparmio, avvenne nel 92, poi ne seguirono altri. Tra il 1997 ed il 2015 i due effettuarono 46 operazioni fino a spostare 520 mila euro su un conto svizzero. A dare avvio all’indagine che ha portato al sequestro della somma nel dicembre 2015 il divario del profilo della donna, maestra d’asilo in pensione, ed una disponibilità in contante da capogiro, in tutto circa 2 miliardi.
Nel secondo caso, che vede imputata Ombretta Bottazzi, compagna di quel Gianluca Stangolini considerato uno degli uomini d’oro della cosiddetta "banda dei bancomat" è stata l’istanza di accesso alla voluntary disclosure ad aprire la segnalazione di operazione sospetta. I primi depositi di un denaro che secondo l’accusa è frutto di usura, furto e riciclaggio, avvenne nel 2004 ma solo nel 2016 la somma è stata confiscata. Il "rimpatrio giuridico" prevede infatti ulteriori verifiche per le banche, ed anche in questo caso l’autorità sammarinese- ritenendo i denari in questione di provenienza illecita- ha fatto scattare le misure antiriciclaggio. D’altra parte, come detto dal commissario della Legge Gilberto Felici, scherzando durante l’udienza con un avvocato della difesa Grimaldi, “Se le banche facessero sempre il loro lavoro, non ci sarebbero processi e saremmo disoccupati sia io che lei”.
Nel secondo caso, che vede imputata Ombretta Bottazzi, compagna di quel Gianluca Stangolini considerato uno degli uomini d’oro della cosiddetta "banda dei bancomat" è stata l’istanza di accesso alla voluntary disclosure ad aprire la segnalazione di operazione sospetta. I primi depositi di un denaro che secondo l’accusa è frutto di usura, furto e riciclaggio, avvenne nel 2004 ma solo nel 2016 la somma è stata confiscata. Il "rimpatrio giuridico" prevede infatti ulteriori verifiche per le banche, ed anche in questo caso l’autorità sammarinese- ritenendo i denari in questione di provenienza illecita- ha fatto scattare le misure antiriciclaggio. D’altra parte, come detto dal commissario della Legge Gilberto Felici, scherzando durante l’udienza con un avvocato della difesa Grimaldi, “Se le banche facessero sempre il loro lavoro, non ci sarebbero processi e saremmo disoccupati sia io che lei”.
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