Era il 28 novembre del 1974 quando l’ex beatle apparve a sorpresa sul palco del Madison Square Garden durante un mega concerto di Elton John.
Lennon stava uscendo dal famoso periodo “Lost Weekend” durante il quale si era separato da Yoko Ono e si era trasferito in California assieme alla sua segretaria May Pang. Nonostante sia stato in seguito ricordato dalla stesso Lennon come un periodo di depressione, a ben guardare fu uno dei momenti più creativi della sua carriera solista. Durante quella fase, infatti, produsse Mind Games, il suo primo album autoprodotto che manifestava una ritrovata forma creativa dopo qualche anno di flessione, collaborò con David Bowie (che lo convocò per registrare una cover di Across The Universe e finì per contribuire alla scrittura di Fame) e anche con Elton John che lo volle nella sua reinterpretazione del classico Lucy in The Sky With Diamonds. Sempre in quegli anni pubblicò Walls and Bridges, che in molti considerano il suo capolavoro e che vedeva tra gli ospiti proprio Elton John che, tra le altre cose contribuì ai cori di Whatever Gets You Thru the Night. Durante le registrazioni, Elton aveva detto a Lennon che il pezzo era un potenziale hit e gli aveva consigliato un’uscita su singolo. Non solo: gli aveva fatto promettere che, se la canzone fosse arrivata al N°1 in America, sarebbe dovuto andare ospite durante un suo concerto. Elton John aveva visto giusto: il brano schizzò in vetta alla classifica qualche giorno dopo la sua pubblicazione e così, la sera del 28 novembre 1974, per tener fede alla parola data, l’ex beatle fece la sua apparizione al Madison Square Garden. Il siparietto si configurò con tre pezzi: ovviamente Whatever Gets You Thru the Night, poi Lucy in the Sky with Diamonds e finì con I Saw Her Standing There. Dopo quell’episodio John Lennon non ebbe più occasione di esibirsi dal vivo. Il suo rientro in grande stile, sul finire del 1980 con l’album Double Fantasy, avrebbe probabilmente generato un tour promozionale che gli eventi tragici che conosciamo non hanno permesso.
Lennon stava uscendo dal famoso periodo “Lost Weekend” durante il quale si era separato da Yoko Ono e si era trasferito in California assieme alla sua segretaria May Pang. Nonostante sia stato in seguito ricordato dalla stesso Lennon come un periodo di depressione, a ben guardare fu uno dei momenti più creativi della sua carriera solista. Durante quella fase, infatti, produsse Mind Games, il suo primo album autoprodotto che manifestava una ritrovata forma creativa dopo qualche anno di flessione, collaborò con David Bowie (che lo convocò per registrare una cover di Across The Universe e finì per contribuire alla scrittura di Fame) e anche con Elton John che lo volle nella sua reinterpretazione del classico Lucy in The Sky With Diamonds. Sempre in quegli anni pubblicò Walls and Bridges, che in molti considerano il suo capolavoro e che vedeva tra gli ospiti proprio Elton John che, tra le altre cose contribuì ai cori di Whatever Gets You Thru the Night. Durante le registrazioni, Elton aveva detto a Lennon che il pezzo era un potenziale hit e gli aveva consigliato un’uscita su singolo. Non solo: gli aveva fatto promettere che, se la canzone fosse arrivata al N°1 in America, sarebbe dovuto andare ospite durante un suo concerto. Elton John aveva visto giusto: il brano schizzò in vetta alla classifica qualche giorno dopo la sua pubblicazione e così, la sera del 28 novembre 1974, per tener fede alla parola data, l’ex beatle fece la sua apparizione al Madison Square Garden. Il siparietto si configurò con tre pezzi: ovviamente Whatever Gets You Thru the Night, poi Lucy in the Sky with Diamonds e finì con I Saw Her Standing There. Dopo quell’episodio John Lennon non ebbe più occasione di esibirsi dal vivo. Il suo rientro in grande stile, sul finire del 1980 con l’album Double Fantasy, avrebbe probabilmente generato un tour promozionale che gli eventi tragici che conosciamo non hanno permesso.
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