Eugène Marin Labiche è il padre del “vaudeville” ottocentesco capace di usare l'equivoco nel crimine con la leggerezza della commedia francese cantata di stampo letterario: un genio ironico dal retrogusto amaro. Dopo una serata ai limiti tra ex allievi il raffinato Zancopè (Massimo Dapporto) si sveglia sporco di carbone con un estraneo nel letto. Non è altro che il vecchio compagno di scuola Mistenghi (Antonello Fassari) a suo volta sporco di caligine. Durante la notte (secondo il giornale trovato in casa) è stata assassinata una giovane carbonaia... spettacolo frizzante trasposto negli anni 40 in Italia tra clownerie e astrazione beckettiana.