Il cesenate Michele Di Giacomo col testo di Michele Di Vito fa quel che vuole in scena. Trasforma il proscenio in una cella angusta e un armadio per i cambi d'abito in una finestra sul mondo di Fabio Savi unico non poliziotto dei 3 fratelli della “banda della uno bianca”.
La drammaturgia di Magdalena Barile risulta coerente con la messinscena, assomiglia a un romanzo nero e violento in cronaca, tragicamente ambientati a casa nostra: in Valmarecchia, Rimini, Pesaro e tutto intorno a noi.
7 anni di terrore e paranoia in un delirio di onnipotenza di tre fratelli in uno: FABIO il più mediatico e l'unico non poliziotto della famiglia si presta al gioco dell'attore che impersona il male infinito contro la finitezza del bene di un uomo qualunque prigioniero del proprio ridicolo ego.
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La drammaturgia di Magdalena Barile risulta coerente con la messinscena, assomiglia a un romanzo nero e violento in cronaca, tragicamente ambientati a casa nostra: in Valmarecchia, Rimini, Pesaro e tutto intorno a noi.
7 anni di terrore e paranoia in un delirio di onnipotenza di tre fratelli in uno: FABIO il più mediatico e l'unico non poliziotto della famiglia si presta al gioco dell'attore che impersona il male infinito contro la finitezza del bene di un uomo qualunque prigioniero del proprio ridicolo ego.
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