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Centro faunistico: e il lupo incontrò l'uomo (e viceversa)

“IL CONTATTO” di Andrea Dalpian stasera al Rosebud reggiano, la storia di due lupacchiotti abbandonati poi cresciuti in un centro tutela appenninico recuperati dalla cattività e per la prima volta in Europa rilasciati nel rispetto della loro libertà

di Francesco Zingrillo
3 feb 2022

L'imprinting nei confronti dell'uomo di solito condanna il lupo alla prigionia, seppur nel centro tutela fauna bolognese (Monte Adone), per sempre. Stringe alla gola una cosa del genere perché una creatura così nasce libera e muore in libertà, sempre, appunto. Il lavoro di Dalpian durato oltre un anno è a suo modo unico e irripetibile come storia dei giovani lupi Ulisse e Achille (nomi mitologici evocativi...) e la cinepresa lo documenta bene anche nei rumori di fondo e nei suoni naturali. Dalla parte dei lupi: nel rispetto dei tempi di crescita con tutta l'attenzione necessarie, in connessione con la natura, la prova è diventata un esperimento internazionale all'avanguardia e un momento educativo per tutti. Una sfida “neutra” a difesa dell'animale selvatico per non sottoporlo al pregiudizio della gente, in due specie, che inevitabilmente vivono “IL CONTATTO”.

fz





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