Piergiorgio Colombara tra Calvino e Fausto Melotti in una mostra tra “assoluto e levità” in dialogo con la bellezza del Medioevo secondo l'intuizione di Francesco Arcangeli nella lezione “dal Romanticismo all'informale”. Secondo la scuola bolognese anni 70 dell'Arcangeli non esiste differenza nell'approccio creativo tra arte antica e moderna. È l'occhio che resta arbitro del gesto artistico in ambedue i casi. Dai materiali la ricchezza simbolica in allusioni sugli strumenti musicali per la reinterpretazione del medioevale e del surrealismo contemporaneo.
Colombara è un architetto genovese che si avvicina alla pittura proprio nel anni 80 virando verso la scultura e il disegno nei decenni successivi fino alle innumerevoli partecipazioni alla Biennale di Venezia. Lungo il percorso espositivo una ricchezza di rimandi che solo un luogo museale può esaltare dando mondo al pubblico di intuire VECCHIO e NUOVO insieme. Il fascino percepito dal visitatore rimane inalterato anche nelle suggestione filmate del percorso audiovisivo proposto da EMILIA ROMAGNA CREATIVA a cura di Carmine Caputo.
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Intervista con SANDRO PARMIGGIANI Critico e Curatore mostra