
Parole forti, che stupiscono e costringono alla riflessione. Al centro sociale di Fiorentino Ute Zimmermann è tutti e nessuno, interpretando ogni personaggio, in una performance d'esperienza. A partire da un insegnante liceale di una normale cittadina tedesca, all'inizio degli anni '30. Non a caso lo spettacolo va in scena alla vigilia della Giornata della Memoria e racconta del periodo in cui il Nazismo comincia a prende il sopravvento.
Ma la storia è lo specchio dell'indifferenza del tempo, del gelo sentimentale e spirituale. Rotto dal titolo prorompente, pronunciato dal professore: “Come sono diventato un negro”. Lo stile asciutto e ironico restituisce agli spettatori l'incomunicabilità che avvolge i personaggi. Fino a quando l'insegnante, di fronte all'assassinio di un suo studente, è costretto a fare i conti con la propria coscienza. Da ipocrisia e opportunismo, a bisogno di verità e giustizia.
Nel video l'intervista a Ute Zimmermann, regista e attrice