DOGMAN è il tolettatore di cani di una periferia romana tra reale e fantastico (“Lo cunto de li cunti -Tale of tales”) molto più somigliante alla degradata periferia popolare partenopea. In un mondo a parte fuori dalla città, luogo al di là dal tempo isolato dalla società dove comanda il malaffare e la delinquenza (droga, gioco, emarginazione), stupisce che ci siano i cani e il canaro che li accudisce; eppure gli animali ci sono e si differenziano dagli esseri umani del posto per la loro dolcezza tanto somigliante a quella del DOGMAN-TOLETTATORE, Marcello (piccolo, scavato, timido e mite) CANARO per amore... della figlia e dei cani , appunto. A volte il 'cane sciolto' uccide (aggredisce) si ribella al padrone per le angherie subite dall'amico complice, Simoncino (ex pugile violento e balordo di quartiere) attirato in gabbia come un animale e in fine torturato con i ferri del mestiere nel salone di toelettatura per animali... Il film potrebbe essere considerato il capitolo finale di un’ideale trilogia composta da “l'imbalsamatore” e “Primo amore”; una storia ispirata alla cronaca violenta della Magliana propaggine di “Gomorra” almeno nell'ambientazione lugubre.
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