Film inglese d’ambiente vittoriano molto liberamente tratto e ispirato al capolavoro di Oscar Wilde: Il ritratto di Dorian Gray. Pubblicato nel 1891 con una auto-prefazione, inusuale per il suo tempo, a cura dello stesso Wilde scrive: Basil (il pittore) è ciò che penso di essere. Henry (il lord dissoluto e gaudente) è ciò che il mondo pensa di me. Dorian è ciò che vorrei essere!!!”.
Un giovane dandy bellissimo vende l’anima al demone perché invecchi il suo ritratto, un quadro. L’eterna giovinezza per il peccato senza fine lo condanna alla dannazione perpetua: il mito di narciso rende attuale film e libro.
La ricerca dell’immortalità del corpo, che deve essere sempre ringiovanito (magari con la chirurgia plastica), nega l’eternità dell’anima quando la bellezza diventa una professione di fede.
A volte le pellicole poco ispirate non producono gravi danni…nemmeno ai libri ispirati.
Francesco Zingrillo
La programmazione nelle sale del Titano
Un giovane dandy bellissimo vende l’anima al demone perché invecchi il suo ritratto, un quadro. L’eterna giovinezza per il peccato senza fine lo condanna alla dannazione perpetua: il mito di narciso rende attuale film e libro.
La ricerca dell’immortalità del corpo, che deve essere sempre ringiovanito (magari con la chirurgia plastica), nega l’eternità dell’anima quando la bellezza diventa una professione di fede.
A volte le pellicole poco ispirate non producono gravi danni…nemmeno ai libri ispirati.
Francesco Zingrillo
La programmazione nelle sale del Titano
Riproduzione riservata ©