Drogati fino alla morte, i bambini disabili; sterilizzati giovani e ragazze con problemi psichici; camere a gas per gli adulti portatori di handicap. Misurati, usati come cavie, schedati: un segno più di colore rosso li condannava alle cliniche della morte, un segno meno di colore azzurro li salvava dal programma di eutanasia sociale nazista.
Erano vite indegne, con un solo diritto: una morte pietosa. E non erano spietate SS a giustiziarli, erano psichiatri, medici di famiglia, infermieri. I primi colpiti i bambini, nell'ottobre del '39 scatta il “programma T4”: dalla sede organizzativa dell'eutanasia di stato, un villino in Tiergertenstrasse, 4.
Volti e luoghi tornano nella mostra di Anffas Emilia – Romagna, in occasione della giornata della memoria. L'inagurazione a Cesena.
31 pannelli in contemporanea in tutte le città in cui Anffas - associazione che unisce le famiglie di persone disabili è attiva. Itinerante, a breve sarà anche a Brescia e Trieste.
Erano vite indegne per il clima culturale della Germania di fine anni '30, e nel contesto economico del post crisi del '29 il disabile era solo un costo sociale. Dopo 70 anni, non con uno sguardo pietoso sul passato, ma per riflettere sul presente.
[Nel servizio le interviste a Elena Baredi, Assessore Pubblica Istruzione e Cultura del Comune di Cesena; Virginia Reggi, Presidente e Curatrice “Amici di Anffas” di Lugo; Giorgio Manuzzi, Presidente Anffas Onlus di Cesena]
Annamaria Sirotti
Erano vite indegne, con un solo diritto: una morte pietosa. E non erano spietate SS a giustiziarli, erano psichiatri, medici di famiglia, infermieri. I primi colpiti i bambini, nell'ottobre del '39 scatta il “programma T4”: dalla sede organizzativa dell'eutanasia di stato, un villino in Tiergertenstrasse, 4.
Volti e luoghi tornano nella mostra di Anffas Emilia – Romagna, in occasione della giornata della memoria. L'inagurazione a Cesena.
31 pannelli in contemporanea in tutte le città in cui Anffas - associazione che unisce le famiglie di persone disabili è attiva. Itinerante, a breve sarà anche a Brescia e Trieste.
Erano vite indegne per il clima culturale della Germania di fine anni '30, e nel contesto economico del post crisi del '29 il disabile era solo un costo sociale. Dopo 70 anni, non con uno sguardo pietoso sul passato, ma per riflettere sul presente.
[Nel servizio le interviste a Elena Baredi, Assessore Pubblica Istruzione e Cultura del Comune di Cesena; Virginia Reggi, Presidente e Curatrice “Amici di Anffas” di Lugo; Giorgio Manuzzi, Presidente Anffas Onlus di Cesena]
Annamaria Sirotti
Riproduzione riservata ©