"Giusti" alla rovescia: davanti alla delegazione dello Yad - Vashem il racconto della famiglia Gozi

Uomini “giusti” alla rovescia: la famiglia Ruhl di Milano (già rifugiata a San Marino) diede asilo e lavoro, aiutata dalla intera comunità israelitica rimasta, ai Gozi in fuga dal paese dopo il 1943 ben oltre la Liberazione. Nascosero e nutrirono alcuni Sammarinesi compromessi col regime che per un ventennio sostennero, giocoforza, il governo filofascista voluto da Mussolini, tollerato dai Tedeschi. Manlio (Segretario del Fascio, fratello di Giuliano Segretario agli Esteri e all'Interno, 5 volte Capitano Reggente all'epoca: mori in Italia), la moglie Angela Belluzzi e i figli, sopravvissero (vissero con dignità, lavorando alla Kartron, nel commercio delle carta carbone) ma non tornarono subendo l'esilio (dormirono nascosti in uno scantinato come gli sfollati sotto il Monte) solo grazie ai Ruhl e agli israeliti di Milano, figli e nipoti, furono liberi di vivere ancora in Repubblica dagli anni Novanta.
Lettere, stampe e documenti, forniti dai discendenti dei Gozi alla delegazione israeliana, formata dall'ambasciatore a disposizione, Joseph Gershon, e dalla responsabile acquisizioni dello Yad-Vashem, Anat Kutner, con la collega italiana Rita Chiappini, per far chiarezza sulla loro vicenda sin dai tempi in cui vendettero, per primi, una dimora agli sfollati ebrei sul Titano aiutandone altri: facilitarono residenze e permanenze addirittura ebbero rapporti con la Chiesa per salvare persone, come fecero “i giusti” delle famiglie milanesi, con loro.
Nel video le interviste a Gian Piero Gozi, figlio di Manlio Gozi; Paola Barbara Gozi, nipote di Manlio Gozi.

Fz