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I 70 anni, un "sacco belli", di Carlo Verdone

di Filippo Mariotti
17 nov 2020
I 70 anni, un "sacco belli", di Carlo Verdone

Carlo Verdone compie 70 anni. Attore, regista, sceneggiatura e soprattutto mattatore vero. Il web e i social network stanno facendo vivere una seconda giovinezza alle sue produzioni: si susseguono sulle pagine Facebook dedicate ai film cult degli anni Ottanta - "Il socio Aci" e i "Figli dell'amore eterno" su tutti -, celebri spezzoni tratte da “Un sacco bello”, “Bianco, rosso e verdone”, “Borotalco”, “Viaggi di nozze”, “Troppo forte”, “Compagni di scuola”. Riprendono così vita anche le fortunate collaborazioni con Sora Lella e Mario Brega, per citarne due. Veri e propri miti, simboli della romanità più autentica che, grazie proprio ai social, sono ormai conosciuti anche dal pubblico più giovane. 

Forte il legame di Verdone col Titano: a febbraio 2018 l'attore ha tenuto una Lectio magistralis per il Corso in Produzione Audiovisiva e Cinematografica dell'Università di San Marino ed il suo volto è stato impresso sulla copertina dell'elenco telefonico dello stesso anno. Occasione per la presentazione al Concordia del suo film “Benedetta follia”. Una sua intervista rilasciata al Dg Carlo Romeo è entrata anche nel libro “Incontri Fuori Tempo” del giornalista Michele Valente, facente parte della Collana editoriale “Incontri” curata da Gianmarco Morosini, ed edito in collaborazione con Aiep. Nel 2019 Verdone è stato intervistato, sempre per San Marino Rtv, da Giancarlo Dotto per “Indovina chi viene a cena”.

“Figlio adottivo” di Sergio Leone che con burbera severità ne accompagna i primi passi al cinema, trova in Alberto Sordi un secondo padre; due volte faranno coppia a regie alternate: "In viaggio con papà" e "Troppo forte", tanto che il grande Alberto lo elegge a suo discepolo prediletto; ma anche da questa maschera Verdone sfuggirà presto guardando a modelli diversi. Come tutti i grandi comici Carlo Verdone non si annulla nella sua dimensione allegra; ama riflettere, accettare le proprie paure, valorizzare un 'fanciullino' che non vorrebbe crescere ma sa che questo è il suo destino.


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