Si potrebbe dire il divino Natale di Dante ma alla napoletana (c'è pure Nino D'Angelo come testimonial partenopeo verace davvero) visto (e solo lui lo vede così...) da Paladino dantesco e contemporaneo. LA DIVINA COMETA è una pellicola 'pittorica' che non si sostituisce all'arte del dipingere. La tela non si sovrappone all'inquadratura ma l'occhio lavoro su due fronti diversi e contigui: l'obiettivo e il quadro (sono inquadrature in serie di quadri creativi). Se la 7^Arte vive di vari momenti ideativi (ripresa, montaggio, composizione musicale) è paragonabile alla scultura nelle varie fasi produttive (materiali, forme, tecniche). La luce è malleabile nel chiaroscuro si mescolano i colori patinati: plasmare la luce prevede l'uso degli occhi e delle mani. La sceneggiatura testimonia la miscellanea: il sogno di una casa per una famiglia povera. Dante scende agli inferi da solo lasciando indietro i suoi. Viaggia nel presepe tra arte popolare e oscurità: pietà ed eresia in bestemmie mute e miserie umane. La numerologia (passano i magi che sono 4 o 5) formerà indovinelli per la vita. La Cometa-bambina indica il Paradiso, però.