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“Il pane e la fame dei Sammarinesi”: il nuovo libro di Verter Casali racconta "una storia dimenticata"

Sala Montelupo gremita per il focus sul passato d’indigenza del popolo sammarinese, in parallelo alle abitudini alimentari di oggi e ai falsi miti sulla genuinità del cibo di una volta. La pubblicazione è curata dalla Fondazione XXV Marzo

di Silvia Pelliccioni
21 ott 2024

Il pane come alimento di prima necessità che riporta alla riflessione sul cibo inteso nella sua forma più democratica, in una realtà, quella sammarinese, che ha conosciuto una forte povertà collettiva fino alla prima metà del secolo scorso, con la maggioranza dei residenti che erano contadini al servizio dei possidenti, ma per ricavarne soltanto il minimo per sopravvivere. Un'agricoltura legata al clima e a tecniche arcaiche - fa sapere lo storico Verter Casali, autore del libro “Il pane e la fame dei Sammarinesi – Storia di un passato d’indigenza” - che quasi mai dava i frutti sperati, in un contesto di generale indigenza, altissima mortalità infantile e scarsissima alfabetizzazione. Una storia, insomma, che meritava di essere raccontata. 

Dagli aneddoti fino alle normative su produzione, vendita e tariffe del pane, (la pagnotta venduta al prezzo politico di 1 baiocco), passando per la scrupolosa ricerca dei documenti, dal 1813 al 1954. Il risultato è un quadro veritiero della società di allora “che ha dovuto industriarsi con enti, leggi, regolamenti - scrive l'autore, - per garantire un tozzo di pane a tutti”, seguendo via via la logica del mutuo soccorso. Oggi tendiamo a dimenticare. Cambiano i tempi e anche le abitudini alimentari. Il pane quasi guardato con supponenza, "perché fa ingrassare, perché si preferisce altro. In passato non vi erano queste remore". Pane significava nutrimento, e non era per nulla scontato.  

“Si stava meglio quando si stava si peggio”, il detto che tutti conoscono e che Tito Menzani, docente universitario di Storia economica, nel corso della presentazione, smonta parlando proprio del cibo come specchio di questo pregiudizio. “E' sbagliata l'idealizzazione delle campagne di una volta - dice – quando invece le adulterazioni alimentari e le truffe erano all'ordine del giorno. Un falso mito potenzialmente pericoloso per le nuove generazioni portate a guardare al domani con timore. Oggi – rimarca - il cibo è molto più sano e controllato”.

“Abbiamo voluto fornire uno spunto sulla nostra storia per iniziare una riflessione sul futuro che possiamo immaginare in un contesto di globalizzazione alimentare” - spiega la presidente della Fondazione XXV Marzo Olga Carattoni, mettendo l'accento sull'intensa attività culturale svolta dal 1997, grazie al sostegno del socio fondatore Titancoop. Annunciata nell'occasione dal presidente della cooperativa, Mauro Fiorini la pubblicazione il 19 novembre del primo "bilancio sociale".

Nel video l'intervista a Verter Casali, storico





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