Il capoluogo emiliano “comunista e consumista” - secondo uno scritto critico del 1975, anno della morte di Pasolini - ha il suo presupposto sacro nel film Medea (1969) dove Chirone il saggio pronuncia la frase profetica: “tutto è santo”. Dal MAXXI romano riparte la sfida politica tra proletariato e borghesia che torna oggi attraverso nuovi artisti che s'ispirano al poeta- regista bolognese cresciuto a Casarsa vissuto a Roma. Lo sguardo della profezia rivolto al sottoproletariato d'origine contadina di tradizione cristiana delle periferie nasce contro: il consumismo mediatico della mercificazione dei corpi. L'anarchia del potere, oggi, evidenzia con Pasolini la decomposizione sociale del reale in una “media delle varie culture” al ribasso (omologazione malinconica..., dell'io perduto nei social media).