Alla scuola di Don Milani per cercare, nella sua protesta contro le disuguaglianze, risposte alle nuove esigenze di una società disorientata. L'Attualità del prete di Barbiana, davanti ad una platea di insegnanti ed educatori “in un evento più di studio che di celebrazione” – dice il Responsabile della Biblioteca Popolare di Serravalle, Checco Guidi. Lo racconta chi lo ha conosciuto - Paolo Landi, uno dei primi bambini iscritti alla scuola di Barbiana, poi divenuto attivista con incarichi nella Cisl nazionale, fondatore di Adiconsum - per trarne una chiave di lettura oggi; insegnamenti riferiti al sociale, alla Chiesa, in testa, alla scuola:
“Don Milani diceva una cosa molto bella – ricorda Landi - Diceva che la scuola in primo luogo deve insegnare ai ragazzi a ragionare con la propria testa. I ragazzi – diceva – non possono essere considerati come dei secchi da riempire di nozioni; devono essere considerati delle candele da accendere. E spetta alla scuola accendere questa curiosità, questa ricerca, questa creatività da parte dei ragazzi. Purtroppo, ancora oggi abbiamo una scuola, invece, che - a parte alcune eccezioni – purtroppo, si caratterizza per grande burocrazia”.
“Prete scomodo, lungimirante, per certi aspetti rivoluzionario” – commenta il Professore Renato Di Nubila – nell'impegno sociale per la difesa degli ultimi, nella sua coraggiosa denuncia del classismo della scuola dell'obbligo”. Dalla sue parole: “La scuola – diceva - non deve essere un ospedale che cura i sani e respinge i malati”.
“Oggi abbiamo tantissimi ragazzi che abbandonano la scuola – prosegue Landi - tantissimi ragazzi che hanno difficoltà perché sono figli di immigrati. Quindi, i problemi della scuola sono ancora di grandissima attualità e Don Milani andrebbe riscoperto per i suoi insegnamenti, non solo in Italia. Li stanno riscoprendo un po' in tutto il mondo. Pensi che l'ultimo libro 'Lettera ad una Professoressa' è stato tradotto in cinese”.
Nel video, l'intervista a Paolo Landi