Un capolavoro di tutti: THE ELEPHANT MAN è una bella storia di vita vissuta dal FREAK londinese (scherzo della natura, deforme, mostro da baraccone) John Merrick scritta in due libri; l'opera seconda del 1980 di David Lynch, regista underground, che amava Fellini divenuto un genio di Hollywood; Il bianco e nero fotografato in modo indelebile nel tempo (recuperato nel restauro bolognese con la nuova copia supervisionata dal regista) luci gotiche metalliche alla Hammer anni 50 firmate da Freddie Francis; Gli attori, tutti, in testa quel John Hurt già da oscar anche qui col trucco e il lattice della maschera bifronte, da testa girevole a due facce, che gli permettono di recitare in doppio: lynch-mostro e uomo-animale creatura ibrida sul set e nella storia; Mel Brooks produttore sottotraccia capace di scommettere e guadagnare con ironia facendo scuola in FRANKENSTEIN JUNIOR, l'altra faccia della creatura mostruosa, da amare.
fz