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La "città foresta" secondo Boeri

Il “Bosco Verticale” di Boeri sbarca in Cina nella metropoli complessa si vive l'inurbamento vegetale già sperimentato a Milano e in Europa spazio all'abitare green anche in Asia dopo l'Australia

di Francesco Zingrillo
4 feb 2022

Il Manifesto verde boeriano è un progetto cinese maturato su precedenti modelli. La nuova tipologia di biologia evolutiva è già completamente abitato in grattacieli e torri verdi con balconi aperti e chiusi che spaziano in un effetto di movimento accentuato dalla componente vegetale in centinaia di specie arboree ed erbacee selezionate e ricercate in piantine e arbusti scelti. Spazio domestico e panorama sono tutt'uno. Un bosco verticale orientale in 5 torri residenziali alte circa 80 metri in media 5 ettari con hotel e centri commerciali aperti a cittadini e ospiti. Riqualificazione urbana basta su oltre 400 alberi e 4600 arbusti (ginko, osmanto, acero e ligustro tra i vegetali più noti). Il prossimo step del Team Boeri è un grattacielo verde di oltre 150 metri con più restrizioni urbanistiche e ambientale almeno in Cina. Queste opere diminuiscono l'inquinamento riducendo i consumi energetici arricchendo l'ecosistema vivente: da bosco in altezza a città foresta. L'idea deriva da una visione verde della città minerale di torri metalliche, vetro e ceramica, costruita a Dubai ma con esiti opposti. I giochi di specchi ci sono ma il “grattacielo gentile” respira ossigeno abbattendo l'anidride carbonica in equilibrio fisiologico. Senza parlare delle nuove specie animali che colonizzano le aree abitate. La metafora è il grande albero della vita con radici, fusto, rami e foglie che accoglie tutti.

 fz




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