L'autrice SUSANNA MAMELI racconta la Sardegna, “sa femmina Accabadora”, in lingua ACCABARE: terminare, dare la fine (levadora e incantadora), dalla medicina popolare. Era levatrice (dava la vita) e fautrice di morte (toglieva l'ultimo respiro: 'impartiva' la bona sorte...) ai malati terminali sofferenti, anziani. Figura arcaica della tradizione contadina sempre nascosta e sfuggente per i ruoli che inevitabilmente assumeva nella società patriarcale. La pièce è ritagliata sulle figure delle SERVE di Genet risolte nel rapporto tra due donne, ANTONIA e sua sorella (scene in videomapping e realtà aumentata): una relazione crepuscolare (serva/padrona) che nasconde il male: cavarsi da sé i peccati dall'anima.