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Libano: Avsi inaugura una nuova sede a Dardara con il contributo di San Marino

29 gen 2014
Libano: Avsi inaugura una nuova sede a Dardara con il contributo di San Marino
Libano: Avsi inaugura una nuova sede a Dardara con il contributo di San Marino
Il 16 gennaio Fondazione AVSI ha inaugurato la nuova sede di Dardara. Dopo cinque anni di lavoro, il progetto è giunto al termine, grazie soprattutto ai contadini nella piana che hanno
creduto nel progetto, al contributo della Cooperazione Italiana in Libano e al sostegno del Ministero dell’agricoltura Libanese, ai quali si è aggiunto anche quello del Titano.
Quello in Libano infatti rientrava tra i progetti sostenuti dalle Tende di Natale – la campagna di raccolta fondi promossa ogni anno in tutta Italia da AVSI e in Repubblica da AVSI San Marino
nel 2010, alla quale hanno aderito anche la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri – che ha messo in campo un finanziamento triennale – insieme a tanti sammarinesi che hanno partecipato ai vari appuntamenti della campagna. La sede, che prevede l’utilizzo di pannelli solari e contatori di acqua, permetterà una gestione
più efficiente dell’energia e dell’acqua necessarie al lavoro nei campi di Marjayoun. Una volta a pieno regime, le strutture garantiranno un consistente risparmio economico nelle spese di
gestione degli agricoltori locali, che potranno così reinvestire in nuovi strumenti di espansione e ottimizzazione delle pratiche agricole. Nel corso della cerimonia di inaugurazione, sono intervenuti il Presidente di AVSI, Alberto Piatti, il presidente della cooperativa Dardara, Jihad Cheikh, un rappresentante dell’ambasciata italiana, Giuseppe Morabito, un rappresentante del Ministero della Difesa italiano e il Ministro dell’Agricoltura, Hussein Hajj Hassan. Fondazione AVSI è presente in Libano dal 1996, con progetti di riqualificazione dei sistemi irrigui e sostegno in campo agro-alimentare in tutto il Paese. Negli ultimi anni, AVSI ha concentrato le proprie attività nella zona sud, in particolare nella Piana di Marjayoun, una delle aree agricole più vaste della regione, abbandonata a causa del conflitto dal 2006. Grazie ad una solida rete di partner e consulenti, sono state realizzate importanti opere infrastrutturali che hanno permesso di ridurre del
50% il consumo idrico irrigando il 40% in più dei terreni.

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