Un treno di guerra che parte dal 1915 con l'entrata nel conflitto mondiale dell'Italia lungo gli anni Venti, il Fascismo e il Dopoguerra della ricostruzione, il primo viaggio ferroviario papale di Giovanni XXIII sino ai mitici anni Sessanta, via Novanta, ai moderni giorni nostri tutto con gli occhi dei bambini. Dietro la cinepresa il maestro usa gli stessi sguardi e dipinge il suo personale sogno sui binari perché anche per Avati “ il treno è un elemento di gioco e i piccoli non hanno mai smesso di amare i trenini, le ferrovie, stazioni e binari”; e nemmeno lui.
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INTERVISTA (di Simona Angela Gallo) PUPI AVATI REGISTA
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INTERVISTA (di Simona Angela Gallo) PUPI AVATI REGISTA
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