Teatro e Memoria. Gli Internati Militari Italiani testimoni straordinari della Shoah. Incentrato su questo lo spettacolo teatrale in scena ieri sera sul palco del Teatro del Mare di Riccione. La ricercatrice Erika Lorenzon e la cantante e fisarmonicista Francesca Gallo ricostruiscono cattura, deportazione, internamento e sfruttamento lavorativo degli oltre 600mila militari italiani - sugli 800mila catturati dagli ex alleati dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 - che vennero rinchiusi nei lager del Reich rifiutandosi di collaborare con i detentori. Vennero definiti Internati Militari Italiani (I.M.I.), e per questo privati della tutela delle norme internazionali che non contemplavano il loro status giuridico. In questo modo Hitler, con il consenso di Mussolini, poté sfruttarne arbitrariamente l’enorme forza-lavoro nei settori industriali più usuranti. Gli I.M.I. divennero così testimoni straordinari della propria persecuzione e di quella di molti altri gruppi di deportati. In particolare descrissero con parole inattese gli uomini e le donne che marciavano consumati dentro alle loro divise a righe, simili a stanchi branchi di zebre. Le memorie e i diari in scena sono il frutto di una lunga ricerca condotta da Erika Lorenzon su oltre trecento scritti autobiografici custoditi presso l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano e presso l’Istituto per la Storia della Resistenza e la Società contemporanea della Marca trevigiana. Uno studio altrettanto accurato ha interessato la ricerca di Francesca Gallo sui canti che negli anni Quaranta accompagnavano i militari alla guerra o li intrattenevano nei momenti di svago, uniti a quelli che parodiarono la guerra fascista o raccontarono quella partigiana. Ricordata la figura di Augusto Emanuele Cicchetti ufficiale di complemento riccionese con il grado di maggiore, catturato dai tedeschi il 9 settembre 1943. Suoi alcuni brani letti durante al serata tratti da Ricordi e memorie vissute da protagonista.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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