Cinecittà conosce una seconda vita grazie al ritorno in mani pubbliche. Tornano le grandi produzioni mentre sono in preparazione grandi festeggiamenti per i 100 anni dalla nascita di Federico Fellini.
A 80 anni dalla nascita, gli Studi di Cinecittà lo scorso luglio sono tornati alla gestione pubblica, grazie all'acquisizione di Istituto Luce Cinecittà, la più antica istituzione pubblica di cinema del mondo.
Salvate così le professionalità esistenti, oggi 250 lavoratori, un piano di investimenti per il 2018-2022 di oltre 37 milioni di euro, un ricavo di budget di 46 milioni, col 60% autofinanziato, da affitti dei teatri di posa, eventi, servizi alle produzioni.
Per festeggiare la rinascita di un settore che crea lavoro e promuove l'arte cinematografica italiana nel mondo, c'era anche il ministro Dario Franceschini, oltre a indiscusse personalità del mondo del cinema, come i premi Oscar Dante Ferretti e Vittorio Storaro, che sottolinea l'operazione strategica di ridare Cinecittà al pubblico, da lui fortemente voluta come la legge sul cinema, perché negli ultimi 20 anni la privatizzazione degli studi li aveva portati al declino.
E la rinascita è palpabile, arriverà Netflix e quest'anno sono attesi i primi ciak di nuove produzioni italiane e coproduzioni internazionali di serie tv, come “Il nome della rosa”, tratto dal best seller di Umberto Eco, con John Turturro nei panni di Guglielmo da Baskerville. Si parla di Cinecittà e non si può non pensare al grande Federico Fellini: nel 2020 saranno 100 anni dalla nascita del regista e i preparativi per le celebrazioni sono già partiti.
Francesca Biliotti
Nel video le interviste a Roberto Cicutto, presidente e amministratore delegato Istituto Luce Cinecittà, e a Felice Laudadio, presidente centro sperimentale di cinematografia
A 80 anni dalla nascita, gli Studi di Cinecittà lo scorso luglio sono tornati alla gestione pubblica, grazie all'acquisizione di Istituto Luce Cinecittà, la più antica istituzione pubblica di cinema del mondo.
Salvate così le professionalità esistenti, oggi 250 lavoratori, un piano di investimenti per il 2018-2022 di oltre 37 milioni di euro, un ricavo di budget di 46 milioni, col 60% autofinanziato, da affitti dei teatri di posa, eventi, servizi alle produzioni.
Per festeggiare la rinascita di un settore che crea lavoro e promuove l'arte cinematografica italiana nel mondo, c'era anche il ministro Dario Franceschini, oltre a indiscusse personalità del mondo del cinema, come i premi Oscar Dante Ferretti e Vittorio Storaro, che sottolinea l'operazione strategica di ridare Cinecittà al pubblico, da lui fortemente voluta come la legge sul cinema, perché negli ultimi 20 anni la privatizzazione degli studi li aveva portati al declino.
E la rinascita è palpabile, arriverà Netflix e quest'anno sono attesi i primi ciak di nuove produzioni italiane e coproduzioni internazionali di serie tv, come “Il nome della rosa”, tratto dal best seller di Umberto Eco, con John Turturro nei panni di Guglielmo da Baskerville. Si parla di Cinecittà e non si può non pensare al grande Federico Fellini: nel 2020 saranno 100 anni dalla nascita del regista e i preparativi per le celebrazioni sono già partiti.
Francesca Biliotti
Nel video le interviste a Roberto Cicutto, presidente e amministratore delegato Istituto Luce Cinecittà, e a Felice Laudadio, presidente centro sperimentale di cinematografia
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