Nei giorni difficili dell'Opera di Roma che ha detto sì all'esternalizzazione dell'orchestra e del coro, dopo l'addio del Maestro Muti, nella capitale si lotta anche allo storico Teatro Eliseo, che rischia lo sfratto e la chiusura.
Un anno nero per la cultura a Roma, il 2014. Chiuso il cinema America, sgomberato con un blitz, smantellato il Teatro Valle, stessa sorte sembra toccare allo storico Eliseo, in piedi dal 1900, riconosciuto patrimonio di interesse pubblico, sotto sfratto intimato dalla società immobiliare proprietaria delle mura dello stabile. Dopo tante minacce lo sfratto esecutivo deciso per il 30 settembre, per ora scongiurato fino al 14 ottobre, ma la paura è tanta, soprattutto per i lavoratori, in assemblea permanente da mesi, che comunque hanno le idee chiare su cosa fare.
Dunque resistere, restare aperti con una stagione già delineata e abbonamenti venduti, programmati già 30 spettacoli che danno lavoro e creano indotto: gli assunti non arrivano a 20 unità ma poi esistono gli stagionali, 15/20 persone in più per ogni spettacolo. La cordata di imprenditori interessata a rilevare il teatro c'è, ma l'accordo non si perfeziona, e la situazione diventa paradossale: già in cultura non si investe, ma anche quando c'è chi è interessato tutto si complica. E i giorni intanto passano.
Francesca Biliotti
Nel servizio intervista a Nicola Sapio – direttore comunicazione Teatro Eliseo
Un anno nero per la cultura a Roma, il 2014. Chiuso il cinema America, sgomberato con un blitz, smantellato il Teatro Valle, stessa sorte sembra toccare allo storico Eliseo, in piedi dal 1900, riconosciuto patrimonio di interesse pubblico, sotto sfratto intimato dalla società immobiliare proprietaria delle mura dello stabile. Dopo tante minacce lo sfratto esecutivo deciso per il 30 settembre, per ora scongiurato fino al 14 ottobre, ma la paura è tanta, soprattutto per i lavoratori, in assemblea permanente da mesi, che comunque hanno le idee chiare su cosa fare.
Dunque resistere, restare aperti con una stagione già delineata e abbonamenti venduti, programmati già 30 spettacoli che danno lavoro e creano indotto: gli assunti non arrivano a 20 unità ma poi esistono gli stagionali, 15/20 persone in più per ogni spettacolo. La cordata di imprenditori interessata a rilevare il teatro c'è, ma l'accordo non si perfeziona, e la situazione diventa paradossale: già in cultura non si investe, ma anche quando c'è chi è interessato tutto si complica. E i giorni intanto passano.
Francesca Biliotti
Nel servizio intervista a Nicola Sapio – direttore comunicazione Teatro Eliseo
Riproduzione riservata ©