Continua il lavoro del Dipartimento Istruzione e del Gruppo di lavoro sulle prospettive della scuola dell'infanzia ed elementare. Scopo, fornire alla Commissione I - quindi alla politica - un nuovo progetto complessivo per una eventuale riorganizzazione dei plessi. Sullo sfondo il trend, ormai acclarato, di un forte calo delle nascite: a fine ottobre sono 184 i bambini nati sul Titano, contro i 222 dello scorso anno e, per puro esempio, i 372 del 2010. Una china discendente, sovrapponibile all'andamento italiano e occidentale in generale, che in una realtà già piccola trascina con sé diversi fattori sociali.
Il riassetto delle scuole non interessa infatti solo i primi portatori d'interesse – insegnanti, studenti e famiglie -, ma tutta la popolazione, a partire dalle istituzioni territoriali come le Giunte. Che, in un Castello privato delle scuole – è il parere di diversi Capitani – non avrebbero più senso d'essere. Sarebbe, affermano, una perdita troppo dolorosa e depauperante dal punto di vista sociale. Riflessione che porta con sé finanche dubbi sull'utilità della divisione della Repubblica in nove amministrazioni locali.
Dall'altra parte c'è l'aspetto didattico e sociologico di bambini e giovanissimi, gravati da due anni di pandemia e da relazioni extra-scolastiche sempre più labili. Calo demografico significa infatti, e sempre più spesso, figli unici, distratti e acquietati dagli schermi luminosi di smartphone e tablet, con difficoltà ad apprendere il linguaggio fino alla scuola dell'infanzia. E che quindi avrebbero necessità di maggiori relazioni sociali “tra pari”, anche all'interno della scuola. A livello pedagogico - è il parere del Gruppo di lavoro e del Dipartimento Istruzione, sulla base di studi qualificati -, i numeri troppo piccoli non funzionano. L'ideale, per quanto riguarda la scuola elementare, sarebbe il raggiungimento per ogni plesso di almeno due sezioni, con classi di 18-20 alunni. Numeri che permetterebbero le giuste dimensioni di collaborazione, cooperazione e crescita cognitiva.
Ed ecco che si fa sempre più concreta l'idea di accorpamenti di intere scuole. Quello di singole classi rimane invece un'ipotesi di più difficile attuazione. Ma – sottolinea il Dipartimento Istruzione – è una soluzione tampone che servirà solo a posticipare il problema, visto che la popolazione studentesca complessiva per i due ordini scolastici si assesterà nei prossimi anni intorno ai 700-800 allievi per la scuola dell'infanzia e ai 1100- 1200 allievi per la scuola elementare. Problema che non è però solo numerico. Dato che la maggior parte delle strutture risultano ormai antiquate – come le elementari Borgo Maggiore o quelle di Ca' Ragni - o con spazi, interni ed esterni, esigui o inadeguati. Oltre a mostrare evidenti criticità relative alla presenza di barriere architettoniche.
L'obiettivo principe, sulla quale insisterà la nuova relazione, sarà quello di creare – nel medio-lungo periodo – 6 o 7 plessi di scuola elementare e 7 o 8 plessi di scuola dell'infanzia. Uno scenario che richiederebbe un forte investimento di edilizia scolastica. Alcune strutture andrebbero infatti ampliate e altre costruite ex novo. Poli di nuova concezione sia dal punto di vista strutturale, ad energia quasi zero, che funzionale. Progetti all’avanguardia, dunque, sotto il profilo della sostenibilità ambientale e della concezione degli spazi per le finalità didattiche. Un nuovo disegno, di largo respiro - che dovrà essere incorporato nel Piano regolatore generale che verrà - ma che necessiterebbe di una decisione nel brevissimo tempo, come segnalato a chiare lettere dalla relazione del Gruppo di lavoro.
Al netto delle voci, preoccupate, che circolano dentro e fuori le scuole, non è stata assunta alcuna decisione definitiva.