E’ cominciata qui, con una salva di 280 mm lanciata dalla corazzata tedesca Schleswig-Holstein la Seconda Guerra Mondiale. Ore 4.45 del mattino del 1° Settembre 1939, Danzica, Polonia. Sono passati 70 anni e il ricordo si ravviva in questa cerimonia speciale, la prima con la partecipazione di un premier russo da oltre un decennio. 70 anni ed ancora è forte il sentimento di lutto e di eroica resistenza, di perdita e di patria tradita. Qui sulla Westerplatte, l’avanposto militare del porto di Danzica, hanno combattuto 150 soldati polacchi contro l’esercito nazista, tenendo l’avanposto per 6 giorni e arrendendosi solo a munizioni finite. E qui a Danzica si conclude anche il “Solidarity Express”, il viaggio voluto dal Ministero degli Esteri polacco, partecipanti 200 ragazzi e 50 giornalisti da tutta Europa. Cracovia, Varsavia e Danzica in treno, il mezzo simbolo della deportazione degli ebrei.
E’ vivo anche nella memoria nazionale l’attacco russo da est 2 settimane dopo quello tedesco vissuto come tradimento e che insieme al Massacro di Katyn, 22.000 ufficiali e civili polacchi uccisi dai russi, continua a minare il rapporto tra i due stati.
Alla cerimonia una ventina di capi di governo e dirigenti europei, tutti stretti attorno al paese che più di ogni altro ha sofferto la guerra. Anche se gli occhi erano puntati su Vladimir Putin, la cui visita sa di tentativo di riconciliazione nonostante le posizioni dei 2 paesi rimangano ferme: la colpa russa del patto Molotov-Ribbentrop da una parte e le accuse di un accordo segreto polacco con la Germania nazista, storicamente molto dubbio, dall’altra. Dubbi e sospetti che devono cessare, ha detto il premier polacco Donald Tusk, per costruire un nuovo rapporto di collaborazione economica ed energetica di cui sono stati firmati oggi gli accordi nella consapevolezza che di più, da questa Russia, è difficile ottenere. La nazione violata, dalla guerra prima e dal regime sovietico dopo, dovrà continuare ad elaborare il lutto delle proprie perdite da sola.
E’ vivo anche nella memoria nazionale l’attacco russo da est 2 settimane dopo quello tedesco vissuto come tradimento e che insieme al Massacro di Katyn, 22.000 ufficiali e civili polacchi uccisi dai russi, continua a minare il rapporto tra i due stati.
Alla cerimonia una ventina di capi di governo e dirigenti europei, tutti stretti attorno al paese che più di ogni altro ha sofferto la guerra. Anche se gli occhi erano puntati su Vladimir Putin, la cui visita sa di tentativo di riconciliazione nonostante le posizioni dei 2 paesi rimangano ferme: la colpa russa del patto Molotov-Ribbentrop da una parte e le accuse di un accordo segreto polacco con la Germania nazista, storicamente molto dubbio, dall’altra. Dubbi e sospetti che devono cessare, ha detto il premier polacco Donald Tusk, per costruire un nuovo rapporto di collaborazione economica ed energetica di cui sono stati firmati oggi gli accordi nella consapevolezza che di più, da questa Russia, è difficile ottenere. La nazione violata, dalla guerra prima e dal regime sovietico dopo, dovrà continuare ad elaborare il lutto delle proprie perdite da sola.
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