Omicidi nella storia di San Marino si contano, fortunatamente, sulle dita di una mano. Il 26 agosto del 1973 però un caso fece molto scalpore, non solo in Repubblica ma in tutta Italia. Poche ore prima di un concerto a Serravalle Matteo Salvatore, noto cantautore degli anni '70, uccide la compagna Adriana Fascetti in una camera dell'hotel Titano. Nel libro di Lopez “L'ultimo cantastorie” viene ricostruita la storia dell'artista, la crisi con la compagna, il delitto e le fasi del processo. Un caso andato avanti per mesi, per la fama ma anche per i tentativi di depistaggio da parte del cantautore: prima la tesi del suicidio di Adriana per annegamento, poi la legittima difesa a seguito di una presunta aggressione della compagna e infine la confessione. “Le condizioni della Fascetti non erano normali e si finiva per litigare per i motivi più banali” è una delle tante motivazioni riportate sui giornali dell'epoca. Alla fine Salvatore, difeso dall'avvocato Alvaro Selva, viene condannato a 7 anni scontandone solo 4, il vero movente però non venne mai fuori. Un terribile femminicidio derubricato troppo presto a “incidente”. Il resto della vita fuori dal carcere la trascorre vagabondando, costantemente in bilico fra dannazione e redenzione. Come scritto sul suo manifesto funerario: “Hai vissuto come un diavolo, ma quando cantavi, cantavi come un angelo".
Nel video l'intervista all'avvocato Alvaro Selva
Nel video l'intervista all'avvocato Alvaro Selva
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