L'Ecofin ha approvato la sua prima lista nera dei paradisi fiscali: contiene 17 Paesi terzi, i cui impegni restano insoddisfacenti dopo 10 mesi di dialogo. C'è poi una lista grigia di 47 Paesi, che si sono impegnati a cambiare la loro legislazione fiscale dopo le pressioni dell'Unione Europea. Nella lista, stando alle prime anticipazioni, ci sarebbero Samoa e Samoa americane, Bahrain, Barbados, Grenada, Guam, Corea del Nord, Macao, isole Marshall, Mongolia, Namibia, Palau, Panama, Santa Lucia, Trinidad e Tobago, Tunisia, Emirati Arabi. Ci sono poi 8 Paesi, toccati dagli uragani di quest'anno, che saranno riesaminati a febbraio. Brilla, per la sua assenza, il nome di San Marino che, rimarca la Segreteria agli esteri, “è un paese cooperativo e trasparente nel settore fiscale. Fin dal 2016 tutti i Paesi terzi dell‘Unione, fra cui San Marino, sono stati coinvolti in una valutazione preliminare condotta dalla Commissione Europea attraverso una serie di indicatori chiave. Il risultato, ricordano da Palazzo Begni, ha permesso di individuare con precisione le giurisdizioni che non rispettano le norme in materia di fiscalità e che rifiutano di adeguarsi ad esse; le stesse che oggi sono entrate a far parte della black list europea. “San Marino è dunque, a tutti gli effetti, un Paese compliant, ovvero conforme, sulla base di criteri oggettivi che tengono conto di un adeguato livello di trasparenza, tale da consentire lo scambio di informazioni fiscali, un regime impositivo equo e il rispetto delle misure di contrasto al fenomeno dell’erosione della base imponibile”. Le Segreterie di Stato agli Esteri e alle Finanze si compiacciono per l'importante traguardo raggiunto dal Paese: un’ulteriore conferma, scrivono, della bontà delle scelte intraprese dal Governo, che ha ricondotto la lotta all’evasione fiscale e la trasparenza del sistema fra le priorità della propria azione politica, coerentemente con il percorso intrapreso di sempre maggior integrazione europea e con l’apertura ai mercati e agli investitori internazionali. Intanto il Commissario agli affari economici Pierre Moscovici chiede ai ministri dell'Unione di “evitare ingenuità sugli impegni: i Paesi che si sono impegnati a cambiare le leggi devono farlo il prima possibile" e poi bisogna pensare a "sanzioni dissuasive" perchè la lista dei paradisi fiscali "rappresenta un progresso sostanziale", ma "resta una risposta insufficiente all'ampiezza dell'evasione globale".
Sonia Tura
Sonia Tura
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