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Accordi contro la doppia imposizione: approvata la ratifica

6 dic 2012
Si attende la ratifica
Si attende la ratifica - Avviato l'iter di ricezione dell'accordo italo-sammarinese contro le doppie imposizioni.
Passa senza intoppi la convenzione tra Italia e San Marino contro le doppie imposizioni fiscali. Il Consiglio dei Ministri ha approvato la proposta del Ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, con l'unanimità dei consensi e senza alcuna riserva. Una decisione particolarmente attesa dal sistema politico ed economico sammarinese, seguita passo passo anche dalla stessa Reggenza, che in questi giorni ha mantenuto contatti costanti con Roma. Nella motivazione ufficiale allegata al provvedimento di ratifica, si legge che l'accordo rappresenta “un ulteriore tassello della già vasta rete di strumenti analoghi per evitare le doppie imposizioni stipulati dall’Italia. La conclusione con San Marino di una Convenzione per evitare le doppie imposizioni, e del relativo Protocollo di modifica – prosegue la nota di Palazzo Chigi - costituisce un rilevante complemento all’insieme dei rapporti finanziari e commerciali intrattenuti dall’Italia con quel Paese. È un valido quadro giuridico-economico di riferimento per gli operatori economici italiani, ed allo stesso tempo garantisce l’interesse generale dell’Amministrazione finanziaria italiana. La struttura della Convenzione – aggiunge il Governo italiano nella motivazione - ricalca gli schemi più recenti accolti sul piano internazionale dall’OCSE, con particolare riferimento allo scambio di informazioni fiscali ed al superamento del segreto bancario”. Sarà questa la dicitura che accompagnerà il documento che ora passa alla firma del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e dopo la vidimazione del Capo dello Stato passerà all'esame dei due rami del Parlamento. Ancora da stabilire se il primo passaggio sarà quello di Palazzo Madama o di Montecitorio, anche se, stando alle indiscrezioni sembra più probabile che il primo esame spetti al Senato.
[Nel servizio l'intervista a Pasquale Valentini, Segretario agli Affari Esteri]

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