La nuova legge sulla rappresentantività vincola la contrattazione tra imprese e lavoratori alla definizione preliminare di “chi rappresenta chi” e in che misura nel proprio settore.
Senza questa operazione di chiarezza, ricorda Fixing, “non si possono avviare le procedure di rinnovo dei contratti collettivi, né di quelli scaduti da anni (Banche, Settore pubblico allargato, Bar e Alberghi, Assicurazioni) né di quelli che stanno scadendo (Servizi ed Edilizia).
Uno stallo che interessa migliaia di lavoratori.
La legge mantiene lo status quo delle associazioni datoriali e sindacali, concedendo 10 anni di deroga per mettersi in regola e vincolandone la partecipazione con una quota di rappresentatività del 5%.
Ora però, sottolinea Fixing, si tratta di dare motore e benzina al Comitato Garante, che si è riunito nei giorni scorsi proprio per affrontare le questioni più urgenti, che riguardano la certificazione degli iscritti, base di calcolo per la rappresentatività.
Il rischio enorme, palesato da Fixing, è che non si riesca ad attivare in tempo la procedura per il rinnovo degli altri tre contratti collettivi, che sono anche tra i più importanti per San Marino: Industria, Commercio e Artigianato scadranno infatti tutti a fine 2018.
Teoricamente manca più di un anno, ma la nuova Legge, proprio per evitare situazioni come questa, prevede un anticipo di 6 mesi sui tempi. Giugno è la scadenza per definire le rappresentative sindacali e datoriali e mancano ancora i dati richiesti l’anno scorso.
Definire i partecipanti al tavolo della contrattazione è compito del Comitato Garante, da poco rinnovato con la nomina del nuovo Presidente Alessandro Bugli.
L'Ufficio del lavoro aveva già fissato la scadenza di novembre 2016 per l'iscrizione al Registro di tutti i datori di lavoro.
Il primo dato quindi ci dovrebbe essere già, ma non è ancora stato reso pubblico, né messo a disposizione dell’organismo di controllo.
Il problema, ricorda Fixing, riguarda anche i sindacati: non è ancora chiaro quanti iscritti abbia ogni organizzazione nonostante questo sia il dato sostanziale. In ballo, oltre all’operatività del Comitato Garante c'è anche una certa somma di denaro.
Ai sindacati non è negato il diritto a spartirsi l’ammontare della quota di servizio nonostante non sia stato certificato il loro numero di iscritti. Si parla di quasi 2 milioni di euro che andrebbero suddivisi in base alla reale dimensione e rappresentanza dei singoli sindacati.
Sonia Tura
Senza questa operazione di chiarezza, ricorda Fixing, “non si possono avviare le procedure di rinnovo dei contratti collettivi, né di quelli scaduti da anni (Banche, Settore pubblico allargato, Bar e Alberghi, Assicurazioni) né di quelli che stanno scadendo (Servizi ed Edilizia).
Uno stallo che interessa migliaia di lavoratori.
La legge mantiene lo status quo delle associazioni datoriali e sindacali, concedendo 10 anni di deroga per mettersi in regola e vincolandone la partecipazione con una quota di rappresentatività del 5%.
Ora però, sottolinea Fixing, si tratta di dare motore e benzina al Comitato Garante, che si è riunito nei giorni scorsi proprio per affrontare le questioni più urgenti, che riguardano la certificazione degli iscritti, base di calcolo per la rappresentatività.
Il rischio enorme, palesato da Fixing, è che non si riesca ad attivare in tempo la procedura per il rinnovo degli altri tre contratti collettivi, che sono anche tra i più importanti per San Marino: Industria, Commercio e Artigianato scadranno infatti tutti a fine 2018.
Teoricamente manca più di un anno, ma la nuova Legge, proprio per evitare situazioni come questa, prevede un anticipo di 6 mesi sui tempi. Giugno è la scadenza per definire le rappresentative sindacali e datoriali e mancano ancora i dati richiesti l’anno scorso.
Definire i partecipanti al tavolo della contrattazione è compito del Comitato Garante, da poco rinnovato con la nomina del nuovo Presidente Alessandro Bugli.
L'Ufficio del lavoro aveva già fissato la scadenza di novembre 2016 per l'iscrizione al Registro di tutti i datori di lavoro.
Il primo dato quindi ci dovrebbe essere già, ma non è ancora stato reso pubblico, né messo a disposizione dell’organismo di controllo.
Il problema, ricorda Fixing, riguarda anche i sindacati: non è ancora chiaro quanti iscritti abbia ogni organizzazione nonostante questo sia il dato sostanziale. In ballo, oltre all’operatività del Comitato Garante c'è anche una certa somma di denaro.
Ai sindacati non è negato il diritto a spartirsi l’ammontare della quota di servizio nonostante non sia stato certificato il loro numero di iscritti. Si parla di quasi 2 milioni di euro che andrebbero suddivisi in base alla reale dimensione e rappresentanza dei singoli sindacati.
Sonia Tura
Riproduzione riservata ©