Nelle diverse fasi di sviluppo del progetto non sono mancati gli attriti politici, i botta e risposta, le accuse da una parte delle forze politiche e la difesa, tra le fila governative, per un investimento che porterà, nei piani, al rinnovo del sistema di antenne per i cellulari a San Marino. L'ultimo step nella creazione della nuova rete di ripetitori e della fibra di proprietà dello Stato è uno di quei passaggi non da poco: stiamo parlando del via libera allo stanziamento di una fetta rilevante del compenso che il colosso cinese delle telecomunicazioni Zte, partner dello Stato sammarinese, riceverà per creare la rete.
A dare l'ok è stato il consiglio di amministrazione dell'Azienda dei Servizi che ha approvato lo stanziamento di circa 5 milioni e 300mila euro che andranno, in un secondo momento, alla divisione italiana della multinazionale. E' la prima tranche di pagamento, che scadrà a fine luglio. La seconda, anch'essa avallata, ammonta a circa 800mila euro e ha come termine il 31 agosto. Quest'estate, quindi, bisognerà pagare una cifra che si aggira sui 6 milioni e 100mila euro. 500mila euro sono stati invece già ricevuti da Zte per servizi forniti nel 2018.
Si tratta del denaro necessario alla costruzione fisica della nuova infrastruttura tecnologica. La somma finale da destinare alla multinazionale per le reti, negli anni, si aggirerà sui 12 milioni e mezzo di euro totali, perché vanno considerati anche i costi per la fornitura di servizi da spalmare in 5 anni. La principale società sammarinese nella gestione del progetto è ora la Public NetCo, a totale partecipazione pubblica, che si sta occupando dei vari passaggi, ma è l'Aass che deve dotare la NetCo degli strumenti per raggiungere il suo scopo, come stabilito da apposito decreto. Ecco perché il coinvolgimento dell'Azienda dei servizi per lo stanziamento.
L'ok era legato alla ricezione di una binding letter, cioè a una lettera vincolante che, in sostanza, contiene la disponibilità di un operatore, in questo caso Wind/Tre, a venire sul Titano. La presenza dell'operatore era infatti essenziale per andare avanti, come ha già spiegato il Segretario di Stato alle Telecomunicazioni Andrea Zafferani. Ma resta un ulteriore passaggio per il trasferimento degli oltre 6 milioni di euro: dovrà esprimersi la Commissione di controllo della finanza pubblica.